Tra vetro di Murano, poesia e lingua italiana

Mila Tenaglia (April 16, 2014)
Un pomeriggio presso l'Università di Fairfield insieme al Console Generale di New York, Natalia Quintavalle. Una visita alla struttura, un incontro con professori e studenti di Italiano e l'inagurazione della mostra: "La Ragnatela" / "Spiderweb" , Vetro di murano e trasparenze di luce: se amate l'arte di Giampaolo Seguso, figlio della secolare dinastia dei maestri vetrai di Murano non perdetela

Un'esposizione,  all'Università di Fairfield presso il Bellarmine Museum of Art, del vetro e della poesia di Giampaolo Seguso.  Ad accompagnarla una conferenza  in suo onore intitolata come mostra: "La Ragnatela/The Spiderweb: Works by Giampaolo Seguso from The Corning Museum of Glass.  

Questa importante accademia del Connecticut rende un sentito  omaggio al mondo affascinante della lavorazione del vetro d'autore di Murano e alla lavorazione in filigrana, con le sue infinite variazioni. La mostra, aperta il 10 aprile, chiuderà il 13 giugno.  

Giampaolo Seguso appartiene a una famiglia che da sei secoli opera a Murano. Figlio del celebre artigiano Archimede (1909-1999) Giampaolo nel 1993  con i suoi tre figli, fonda la Murano la Seguso Viro.

È un lavoro tra tradizione e innovazione quello del maestro del vetro.

Prendono vita così vere e  proprie opere d'arte. Ma non finisce qui, il vetro con Giampaolo Seguso diventa  anche una pergamena su cui tracciare, incidere poesie. I suoi versi. La sua esperienza umana, la sua filosofia.

E parole intense, segnano, attraversano questi oggetti straordinari.

I suoi pezzi unici sono presenti nelle più importanti collezioni private ed esposti in oltre 100 musei nel mondo,  tra questi il Museo del Vetro di Murano,  il Corning Museum of Glass di Corning – New York, il Kunsthistorisches Museum di Amburgo, il Fine Arts Museum di Boca Raton in Florida.

Il discorso del maestro, al pubblico dell'Università, é stato introdotto da un altro personaggio: William Gudenrath, soffiatore di vetro ("glassblower"), influente esperto della lavorazione del vetro, nata nei tempi dell'antico Egitto.

Una proiezione vivace e colorata accompagna le sue parole e incanta il pubblico, per lo più composto da studenti, professori del college e amanti del genere. 

Era peculiare ascoltare ed osservare lo stesso uomo ma in due versioni. Uno, composto, spiegava nei dettagli quest'arte antica; l'altro riprodotto in video, in versione "sportiva" da lavoratore, sembrava una sorta di "fornaio del vetro".

Una pala si intrufola dentro a un forno caldo, escono brillanti e morbidi oggetti misti a colori differenti, trasparenti, pronti a essere intrecciati, contorti... come caramelle colorate.

William Gudernath entra in maniera minuziosa nel discorso, racconta come si fa la "Reticella", il processo di lavorazione non basica del vetro molto popolare a Murano nel '700.
 

Le immagini e le parole hanno catturato l'intera platea, attentissima. A molti, siamo sicuri, sarà venuto il desiderio  di diventare  mastro vetraio.  Ma sappiamo bene invece la difficoltà che si cela dietro questa antichissima arte.

Il professore passa il testimone al tanto atteso Giampaolo Seguso che, con grande pacatezza, comincia a raccontare il rapporto tra se stesso e la lavorazione del vetro.

È un discorso senza tempo quello che affronta. "C'é molta passione nel lavoro che noi svolgiamo a Murano, siamo come un team che si impegna in maniera molto affiatata". 

"Quando cominci a parlare con i bicchieri sei felice. Nel momento in cui il dialogo si instaura non torni più indietro".
 

"Lavoriamo come se stessimo ancora in bottega, diamo una grande identità al nostro mestiere e alle creazioni che ne vengono fuori. È come essere all'Università dei bicchieri" prosegue il maestro Seguso "Ma noi a differenza delle Università italiane non guardiamo al passato e neanche al futuro: guardiamo al presente".

L'artista, poeta e filosofo ci ha raccontato di avere fatto numerosi viaggi a New York nel corso degli anni fino a quando, nel 1995,  l'azienda apre la sua filiale anche New York. Branch che segue più assiduamente uno dei figli, Paolo Seguso.

"Il vetro si fa ovunque, la nostra competenza è quella di inserire nel vetro una sapienza unica. Dal latino: sapere, vuol dire sapienza, ma anche la parola sapore che deriva dallo stesso verbo. Io cercato di dare la sapienza della tradizione veneziana del vetro, con il sapore delle mie poesie"

Molta filosofia  si ramifica nella storia della manifattura dei  suoi bicchieri: "La verità, conclude Giampaolo Seguso " é che dall'inizio alla fine vedo trasparenza in ciò che faccio".

Come ci spiega durante la visita alle opere  al museo Bellarmine of Art all'interno dell'Università, "L'eccellenza non é una parola, ma un discorso".

Accompagnando il console Generale, Natalia Quintavalle, abbiamo avuto anche l'opportunità di passare un pomeriggio immersi nella natura del Connecticut e ammirare le strutture del college costruito dai Gesuiti nel '1942. 

Nel corso della visita Quintavalle si ferma anche a parlare per un'ora  con gli studenti e gli insegnanti del corso di lingua Italiana dell'Università Fairfield. Un incontro nato dalla volontà di far capire quanto sia importante studiare la lingua italiana negli USA.

La professoressa del corso di italiano, Mary Ann Mc Donald Carol, ha introdotto i suoi allievi raccontando lo stato dell'arte dell'insegnamento presso la struttura. Ha attirato, fra l'altro, anche l'attenzione sull'importanza di facilitare accordi di internship presso strutture italiane.

"L'italiano non ha ancora quello status di lingua privilegiata" spiega il Console ai ragazzi seduti ai banchi, "Non si tratta solo di parlare del background culturale che la nostra lingua ha. Siamo figli di Dante, dell'Opera della musica classica é vero. Ma bisogna anche prendere coscienza che studiando questa lingua si può trovare lavoro negli istituti e societa' italiane, non solo a New York ma in tutto il mondo".

"Bisogna non tagliare le ali alla lingua italiana per far comprendere a tutti il multiculturalismo nel mondo certo". I ragazzi sono numerosi, parlano bene italiano e si dimostrano consapevoli di voler approfondire da tutti i punti di vista lo studio della lingua.

Per il loro futuro e per quello del passato culturale. E le poesie incise sui vetri di Seguso ne raccontano un  pò la sintesi.

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