Where's my Roy Cohn, la storia dell'ascesa della destra in America
Gli aspiranti avvocati consoceranno Roy Cohn come uno dei più spietati avvocati difensori del XX secolo mentre gli aspiranti politici citeranno molto probabilmente il suo coinvolgimento nelle audizioni dell'Esercito-McCarthy. Con 'Where's my Cohn,' presentato al Sundance e arrivato alla Festa del Cinema di Roma, il regista Matt Tyrnauer esplora la personalità di Roy Cohn, l'avvocato che per oltre un quarantennio è stato il più temuto e manipolatore d'America, evidenziandone le molte somiglianze con quella del suo amico e allievo: Donald Trump.
Ora, con questo non si intende aprire una discussione sul fatto che Trump sia o meno "spregevole" o criticare le sue posizioni politiche. Il documentario sceglie di svelare allo spettatore come nasce un uomo così malvagio, una figura inquietante già immortalata negli Angeli in America di Tony Kushner.
Una madre ossessiva e un padre che fin da piccolo lo educa al potere, Roy Cohn, su suggerimento dell'FBI e J. Edgard Hoover, inizia la sua carriera come consigliere capo del senatore crociato Joseph McCarthy durante la caccia alle streghe negli anni ’50. E' ricordato per aver fatto condannare a morte Ethel Rosenberg nonostante le prove quasi inesistenti. In pochi anni diventa il difensore di boss mafiosi, come John Gotti, e il legale di fiducia di uomini senza scupoli come Donald Trump, a cui fa vincere cause impossibili.
C'era una drastica contraddizione tra l'immagine pubblica di Cohn (in particolare la sua retorica apertamente omofobica) e la sua realtà privata. Era un duro avvocato che vantava una collezione di animali imbalsamati ma allo stesso tempo un ipocrita di primissimo ordine, descritto dalla sua stessa famiglia come un "ebreo che odia se stesso". Un uomo gay non dichiarato che perseguitava gli omosessuali accusati al fianco di McCarthy. Secondo tutti coloro che sono stati intervistati, Cohn era un uomo senza scrupoli. Si è sempre e solo preoccupato di vincere, di accumulare denaro e potere. Per Cohn, la chiave del successo era attaccare tutti, il governo, i media, la legge e non scusarsi mai. Cavalca l'onda del patriottismo rampante e conquista il popolo americano. Dopo essere stato assolto dal suo primo atto d'accusa, le sue parole fuori dall'aula di tribunale sono state "Dio benedica l'America".
Oggi, molto di quanto è stato avviato negli anni ’50 riemerge in maniera scioccante e inaspettata: le tattiche intimidatorie, la retorica divisiva e l’aggressività contro le minoranze vulnerabili. "Nonostante Cohn sia morto nel 1986 la sua eredità permane", racconta il regista. "Ho pensato che fosse quindi urgente realizzare il film, mostrare come una delle figure più oscure della nostra storia moderna abbia creato il peggior presidente della storia americana". Non sorprende quindi che Cohn sia considerato un mentore per Trump. In preda alla rabbia per lincapacità del procuratore generale Jeff Sessions di ritarlo fuori dall'indagine sulle interferenze russe nelle elezioni del 2016, Trump ha urlato:"Dov'è il mio Roy Cohn? Il documentario spiega perchè colui che è stato definito l'avvocato del diavolo, nonostante la sua orrenda immagine pubblica, abbia avuto così tanto successo nel manipolare le persone che si fidavano di lui, e come questi stessi metodi ancora oggi facciano presa sul pubblico americano.
"Where's My Roy Cohn?" è un affascinante indagine di un uomo che ha plasmato l'America come la conosciamo oggi. Il cugino di Cohn, Dave Marcus, ad un certo punto del film menziona un diario dove Cohn aveva riportato tra le sue aspirazione quella di diventare Governatore dello Stato di New York. "Fortunatamente per l'America, il sogno non si è avverato ma il film rimane un monito a rifiutare gli istinti più oscuri della psiche americana prima che ci annientino", ha concluso Matt Tyrnauer.
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