“Quando sono arrivata ad Auschwitz”, ha ricordato Stella Levi, “non esistevo più, non mi riconoscevo più, mentre prima ero Stella, avevo il mio nome. Ecco perché la lettura dei nomi di oggi è così rilevante”.
Stella Levi, voce importante, sopravvissuta al terribile campo di concentramento tedesco, era tra le tante persone a leggere i 9.117 nomi di ebrei deportati dall’Italia durante la persecuzione fasci-nazista. L'occasione era la Giornata della Memoria istitutita nel 2005 con una risoluzione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite per commemorare le vittime dell’Olocausto e che da diversi anni viene ricordata così in Park Avenue sotto il palazzetto del Consolato generale d’Italia.
Per oltre sette ore, dalle 9 alle 16, rappresentanti delle istituzioni, studenti, personalità newyorkesi si sono alternati al leggio scandendo i nomi degli ebrei italiani vittime dell’Olocausto durante la giornata organizzata anche dal Centro Primo Levi, dall’istituto italiano di cultura a New York, dalla Casa Italiana Zerilli-Marimò dell'università NYU, dall’Italian Accademy dell’università Columbia e dall’istituto italo-americano John Calandra dell’università Cuny.
“La memoria ha un ruolo fondamentale per evitare che la barbarie si ripeta”, ha detto il console generale d’Italia a New York Natalia Quintavalle mentre il direttore del Centro Primo Levi Alessandro Cassin ha riflettutto su come è cambiata la percezione della Giornata della Memoria e qual è il senso del 27 gennaio 1945, il giorno della liberazione di Auschwitz. “Bisogna domandarsi per chi viene fatta questa giornata”, ha detto Cassin. “Per i vivi”, ha proseguito, “e per le persone che hanno difficoltà ad approciarsi con il passato”.
Alla cerimonia davanti al Consolato Generale d’Italia hanno partecipato anche gli studenti della scuola d’Italia Guglielmo Marconi accompagnati dalla preside Maria Palandra e quelli dell’high school of science del Bronx che hanno letto alcuni passi tratti dal romanzo “La Tregua” di Primo Levi. “È” importante e doveroso aiutare gli studenti a comprendere il significato di questa pagina orribile della storia”, ha sottolineato la preside Maria Palandra.
Tra le organizzatrici della commemorazione anche il vice console aggiunto Isabella Periotto e il vice console Chiara Saulle che hanno sottolineato l’importanza della Giornata della Memoria: “Ogni anno organizziamo la Giornata della Memoria”, ha detto Periotto, “in cui leggiamo i nomi dei deportati italiani dal ’43 al ’45”, ha illustrato il console aggiunto mentre Saulle ha spiegato: “Commemoriamo le vittime della Shoah. Questa giornata rimarca nella memoria di tutti quello che è stato un orrore nella storia”.
Perchè è importante ricordare? E’ a questa domanda che ha risposto Giorgio van Straten, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a New York, che ha sottolineato come “l’antisemitismo e il razzismo sono ancora in parte presenti purtroppo e c’è ancora un enorme lavoro da fare”. Un monito raccolto anche da Anthony Julian Tamburri, preside dell’istituto italo-americano John Calandra, che ha spiegato come sia “importante ricordare anche perché questa giornata coinvolge la comunità italo-americana” così come Joseph Sciame, presidente of Italian Heritage & Culture Committee, che ha aggiunto che la memoria deve essere conservata “per non dimenticare” e che “la comunità italo-americana paga con questa commemorazione un tributo agli amici ebrei”.
Infine, alla Cerimonia della lettura è intervenuto anche Peter S. Kalikov, president of H. J. Kalikow & Company, che ha citato: “Stalin diceva: una morte è una tragedia, un milione di morti è statistica. Per questo motivo, leggere questo lunghissimo elenco di nomi è cosi importante”.