Colombo nell’occhio del ciclone spazza storia
Se agosto se ne è andato lasciando l’amaro in bocca alla collettività italoamericana da costa a costa per aver assistito attonita all’incalzare di atti vandalici nei confronti di monumenti dedicati a Cristoforo Colombo, con un crescendo che supera di gran lunga l’iniziale caccia a simboli e personaggi confederati, settembre non si presenta meglio.
Il Grande Navigatore è infatti improvvisamente balzato nell’occhio cieco di questo ciclone spazza-storia con la decisione del Consiglio comunale di Los Angeles (14-1) di abolire la festività del Columbus Day.
A Los Angeles, la seconda più grande città, viene sostituita come hanno fatto altre località americane, con la commemorazione delle “popolazioni indigene, aborigene e native vittime del genocidio”.
La vice presidente della Commissione dei Nativi americani di Los Angeles, Chrissie Castro è stata ferrea: “Occorre smantellare le celebrazione di un genocidio sponsorizzate dallo Stato. Celebrare oggi o un altro giorno sarebbe un’ingiustizia” ha commentato.
Anche a Oberlin in Ohio, Denver in Colorado, Albuquerque nel New Mexico, i consigli comunali hanno cancellato il Columbus Day per dedicare la festività alle popolazioni indigene.
Intanto, nel rione di Astoria nel Queens, la folta comunità italoamericana è inorridita all’ultimo atto contro il monumento all’esploratore eretto nel 1941 nel Columbus Triangle, dove sul piedistallo che sorregge il busto i vandali con lo spray hanno scritto “Don’t Honor Genocide.
E i teppisti hanno sfogato la follia anche poco a nord della City, a Yonkers, dove è stato decapitato un busto dedicato al sognatore genovese nel Columbus Memorial Park.
In molti si domandano come abbia fatto Cristoforo Colombo a trovarsi improvvisamente nel mezzo della bufera contro i generali confederati, del Sud, schiavisti, della Guerra di Secessione, “simboli d’odio e di divisione razziale”.
Tutto è iniziato due settimane fa, quando la presidente del Consiglio comunale di New York, Melissa Mark-Viverito ha definito il Grande Navigatore “una figura controversa”, in merito alla rimozione della statua a Columbus Circle, oggetto di scrutinio ora da parte di una Commissione voluta dal sindaco Bill de Blasio come strumento per sentenziare sul futuro di statue e monumenti controversi sull’intero territorio cittadino.
“Cristoforo Colombo – ha sostenuto la portoricana Mark-Viverito – è una figura controversa per molti di noi, in particolare per chi come me ha origini caraibiche”.
In seguito al polverone sollevato dalla furia cancella-storia sul territorio a stelle e strisce, il ministero degli Esteri ha rilasciato questo commento.
“Cristoforo Colombo rappresenta in tutto il mondo, non solo negli Stati Uniti, un simbolo fondamentale della storia e dei successi italiani. La scoperta dell’America – ha sottolineato la Farnesina - resta in ogni caso patrimonio dell’umanità nonostante ogni dibattito volto a voler rileggere oggi eventi di tale grandezza”.
Nel frattempo, le maggiori organizzazioni storiche italoamericane come i Sons of Italy, la National Italian American Foundation e la Columbus Citizens Foundation che organizza la più maestosa giornata dell’orgoglio italiano lungo la Quinta Avenue a New York, si sono espresse ognuna attraverso comunicati e rally a difesa del Grande Navigatore.
Chiedono il rispetto del Columbus Day inteso come giorno dell’affermazione del senso di dignità italoamericana e di amicizia tra i popoli italiano e americano e chiamano la comunità a reagire a quello che definiscono “un insulto storico”.
Mentre si infiamma la conversazione sul pianeta America, si moltiplicano appelli e petizioni che circolano con grande tam-tam sui social, come questa indirizzata al presidente Trump.
“Noi italiani d’America ci appelliamo al Presidente Trump affinchè mantenga viva l’eredità culturale di Cristoforo Colombo, parte fondamentale del patrimonio culturale degli Stati Uniti. Ultimamente – si legge -, sono in atto alcuni tentativi di rimozione della figura di Cristoforo Colombo dalla storia americana e del conseguente significato che rappresenta per i legami con l’Italia e l’Europa intera”.
La Columbia Association che raggruppa sei mila agenti del corpo di polizia di New York in un comunicato “condanna decisamente” il commento della Mark-Viverito sulla “controversa figura” di Colombo, mentre il congressman Dan Donovan ha riferito che se verrà rimossa da Columbus Circle, la statua sarà ben accetta nel suo distretto di Staten Island.
Da parte sua il sindaco Bill de Blasio ha fatto sapere che sarà in testa alla 73esima edizione della Columbus Day Parade il prossimo 9 ottobre lungo Fifth Avenue perché, ha sostenuto, rappresenta l’affermazione dell’orgoglio italoamericano in cui vuole inserirsi, anche se il primo cittadino che ama ricordare le sue origini italiane, ha lasciato che si infuocasse la polemica sulla rimozione della statua a Columbus Circle.
Restando in tema, a questo punto viene da chiedersi cosa ne farà l’America delle centinaia di cittadine che portano il nome Columbus, degli oltre cento uffici postali con lo stesso nome e delle migliaia di strade, boulevard e piazze dedicate all’Esploratore sul territorio statunitense.
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