Italian Doc Remix. Ispirati da musica rituale e popolare

Natasha Lardera (March 29, 2008)
Italian Doc Remix (IDR). Un gruppo, non intenzionalmente italiano o italoamericano, ma di musicisti newyorkesi legati alla musica sperimentale. Doug Wieselman, al clarinetto e sax, Jose Davila al trombone e alla tuba, e Ken Filiano al basso, accompagnano Marco Cappelli, chitarra e laptop, e Jim Pugliese, percussioni, nel rivivere la distorsione della memoria per dei pezzi del patrimonio tradizionale di una cultura, tramandata e ricordata da immigranti di seconda o terza generazione.


Nell’East Village non mancano i localini dove ascoltare della buona musica - ce n’è per tutti i gusti, dal reggae, ai karaoke bar, e chi più ne ha più ne metta. È la zona preferita dove andare ad ascoltare qualcosa di diverso e di originale dal sapore estremamente newyorchese. Stasera si va tutti al The Stone, spazio dedicato alla musica sperimentale e avant-garde, per Italian Doc Remix (IDR). Per capire meglio di cosa si tratta, abbiamo interpellato Marco Cappelli, musicista e compositore napoletano, pilastro del progetto.



“Qualche anno fa io ed il percussionista Jim Pugliese ci incontrammo per caso in Italia. Lui, nato in New Jersey da genitori di origine italiana, di Castelnuovo di Conza in provincia di Avellino, vive a New York da anni e ha un forte interesse, che può meglio definirsi una passione, per le sue origini. Ci siamo messi a parlare di queste zone della Campania ed entrambi siamo stati colpiti dal richiamo del sangue e ci siamo voluti dedicare alla sua musica tradizionale”.



Si è formato così un gruppo, non intenzionalmente italiano o italoamericano, ma di musicisti newyorkesi legati alla musica sperimentale. Doug Wieselman, al clarinetto e sax, Jose Davila al

trombone e alla tuba, e Ken Filiano al basso, accompagnano Marco Cappelli, chitarra e laptop, e Jim Pugliese, percussioni, nel rivivere la distorsione della memoria per dei pezzi del patrimonio tradizionale di una cultura, tramandata e ricordata da immigranti di seconda o terza generazione.

“Queste melodie, che non fanno parte della tradizione della musica leggera napoletana ma della musica rituale e popolare, non sono delle cover”, ci tiene a spiegare Marco, “ma sono un punto di partenza dal quale prendere ispirazione. Io sono l’unico del gruppo che conosce gli

originali. Loro non li hanno dovuti ascoltare, anche per non lasciar che ne vengano influenzati troppo, ma hanno sovrapposto la loro cultura, la musica che gli appartiene, con quello che gli

suggeriscono. Il lavoro viene improvvisato liberamente su canovacci, proprio come succede nelle processioni rituali campane, dove la musica porta addirittura a dei trance”.



Il repertorio è vario - ci sono brani ispirati a villanelle antiche, come “Vurumbrella”, brani della tradizione popolare, come “Sant’Allegrezza”, canto dell’Isola di Procida, e pezzi originali

composti da Marco Cappelli, tipo “Mischio Francesco”.  “Vogliamo dare al pubblico”, conclude Marco, “della musica che allo stesso tempo è lontana dalla fonte originale - geograficamente, cronologicamente e culturalmente - ma piena di elementi della sua tradizione”. 

La serata è punto di partenza per la registrazione di un CD per l’etichetta italiana Itinera, etichetta legata al festival di Pomigliano Jazz, dove il gruppo si esibirà a luglio. 




 

(To hear a sample of the IDR music open the attachment below, or click here)

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