Articles by: Natalia Quintavalle

  • Opinioni

    Le ‘mie’ Feste della Repubblica

    ENGLISH VERSION >>>

    Sono arrivata a NY nel settembre 2011 e ho avuto la fortuna di disporre di 9 mesi di tempo per mettere a punto una nuova formula per celebrare la festa della Repubblica. Doveva per forza essere “nuova” perche’  in molti avevano sottolineato la novita’ del mio arrivo: ero la prima donna Console Generale a New York , alla guida di uno staff prevalentemente femminile.

    Con occhio di donna, oltre che di nuovo Console Generale, ho guardato I bellissimi edifici demaniali che ospitano il Consolato e l’Istituto di cultura e ho pensato che… avevano bisogno di una bella rinfrescata! Cosi’ ho cominciato ad annotare  mentalmente tutti i lavori da fare, i cambiamenti da realizzare e ahime’ anche i costi da sostenere.

    Ho trovato un sostegno entusiastico da parte delle due colleghe Laura Aghilarre e Lucia Pasqualini,  a New York gia’ da un po’ di tempo, e di Dino Sorrentino che, arrivato insieme a me,  ha subito dimostrato di non sentirsi  stretto nella morsa del Consolato Rosa! Ma tutto il personale del Consolato  ha aderito con slancio e molta pazienza al progetto “ Apriamo il Consolato e facciamo entrare aria fresca!”

    Le celebrazioni del due giugno erano l’occasione ideale per  spalancare le porte di Consolato e Istituto e, insieme ad ICE, ENIT e scuola d’Italia abbiamo lavorato al progetto che, per  tre anni consecutivi, ha portato a Park Avenue artisti , musicisti , scrittori, imprenditori e personalita’ della politica e dell’economia, con la partecipazione di  oltre mille persone ogni anno.

    Ogni edizione ha avuto un tema diverso destinato a celebrare il ricco patrimonio del nostro paese: la musica nel 2012, I libri nel 2013, lo sport nel 2014 e quest’anno protagonista  sara’ il cinema italiano.

    Lo scorso anno abbiamo immaginato inoltre una caccia ai tesori italiani di Manhattan che ha avuto un grande successo e quest’anno si trasformera’ in una maratona fotografica. Per il secondo anno consecutivo  inoltre la Casa Zerilli Merimo’ di NYU celebrera’ con noi attraverso un’iniziativa dedicata a Cinema e Repubblica.

    Insomma, abbiamo rinunciato, non senza una certa sofferenza, a celebrare la festa della Repubblica nella bellissima cornice di Cipriani,  ma abbiamo ridato visibilita’ agli edifici di Park Avenue  , spolverandoli e tirandoli a lucido grazie alla generosita’ di sponsor italiani e americani e al sostegno di tutta la collettivita’.

    Nella nostra scelta ha  avuto  un ruolo fondamentale la volonta’ di presentare l’Italia di oggi, nata dalla scelta fatta il 2 giugno del 1946 dalle italiane e dagli italiani, costruita sulla ricchezza di una cultura millenaria e sulla capacita’ di immaginare un futuro migliore e piu’ giusto, proprio  nei luoghi dove le istituzioni italiane lavorano.

    L’esperienza ci insegna che ogni anno passiamo attraverso le stesse fasi e gli stessi alti e bassi di umore:  A gennaio abbiamo tutti delle bellissime idee e abbiamo chiarissimo quali errori evitare; a febbraio convergiamo verso un tema specifico e cominciamo a stringere I contatti per gli eventi principali; a marzo  ci accorgiamo che le lettere per le persone che saranno coinvolte nella preparazione, come sponsor o come volontari, non sono ancora partite e che siamo in ritardo su tutti I fronti; ad aprile prendiamo il ritmo e non passa giorno senza che un pezzetto del programma vada in porto; a Maggio pero’ ci rendiamo conto che le cose da fare sono troppe, soprattutto perche’ in contemporanea aumentano le richieste di visto, di passaporto e tutti I servizi sono sotto stress .Questo e’ il momento in cui ci domandiamo: “ma chi ce l’ha fatto fare?!”

    Poi il 2 giugno arriva e il sistema Italia e’ stremato ma felice perche’ ancora una volta il nostro paese si e’ presentato al meglio e New York ci ha manifestato l’affetto , l’ammirazione e l’amicizia di sempre.

    Basterebbe solo questo per affermare che fare il Console Generale d’Italia a New York e’ il mestiere piu’ bello del mondo!

    Dimenticavo di dire che nel frattempo Laura e Lucia sono partite e sono state sostituite da Roberto Frangione e Isabella Periotto, il che ci ha consentito di raggiungere un perfetto equilibrio di genere!

  • Op-Eds

    Le ‘mie’ Feste della Repubblica

    ARTICOLO IN LINGUA ITALIANA >>>

    I arrived in New York in September 2011 and was lucky enough to have nine months to come up with a new formula for the celebration of La Festa della Repubblica. It had to be “new” particularly in view of the fact that many had highlighted the “novelty” of my arrival: I was the first female Consul General in New York at the head of a predominantly female staff.

    Through the eyes of a woman - not just those of a new Consul General - I looked at the beautiful state-owned buildings that host the Consulate and the Cultural Institute and thought, “They need freshening up!” So I started to take a mental note of all the work that needed to be done, the renovations that had to be made and, unfortunately, also the costs that had to be undergone.

    I found enthusiastic support from my two colleagues, Laura Aghilarre and Lucia Pasqualini, who had been in New York for a while, and from Dino Sorrentino who, having arrived at the same time as me, proved right from the start that he didn’t feel uncomfortable in the Pink Consulate! The entire staff took to the “Let’s open the Consulate and let fresh air in!” project with energy and patience.

    The celebration of June 2nd presented the perfect occasion to open up the doors of the Consulate and the Institute and, together with ICE, ENIT and La Scuola d’Italia, we worked on the project that for three consecutive years, brought artists, musicians, writers, entrepreneurs, politicians and economists to Park Avenue, with the participation of over a thousand people each year.

    Each celebration has chosen a different theme by which to celebrate our country’s rich heritage: music in 2012, books in 2013, sports in 2014. In 2015, the focus is on Italian cinema. Last year we also came up with a hunt for Manhattan’s Italian treasures, which was very successful. This year there will be a photography marathon. Furthermore, for the second year in a row, NYU’s Casa Italiana Zerilli Marimò will celebrate with us through an initiative dedicated to Cinema and the Republic.

    Not without a twinge of pain, we gave up the idea of celebrating La Festa della Repubblica in beautiful Cipriani’s, but we wanted to give our Park Avenue buildings more visibility, dusting them off with the generous support of Italian and American sponsors, as well as the whole community.

    Our choice was strongly influenced by the desire to present today’s Italy, born of the choice made by Italian women and men on June 2nd 1946, built on the wealth of a thousand year old culture and on the capacity to imagine a better future, in the very place where Italian institutions operate.

    Experience teaches us that every year we go through the same phases and the same mood swings: in January we all have great ideas and are clear on what mistakes to avoid; in February we agree on a specific theme and begin to gather contacts for the main events; in March we realize that the letters for the people involved in the preparation, as sponsors or as volunteers, have yet to be sent and that we’re running behind on all fronts; in April the momentum gets going and not a day goes by without a piece of the program coming together; in May, however, we realize that there are too many things to do, especially because in the meantime the visa and passport requests have increased and all the departments are under a lot of stress. 

    This is when we ask ourselves: “Why on earth did we get into this?!” Then June 2nd comes around and the entire Sistema Italia is exhausted but happy because once again our country put its best face forward and New York manifested the same love, appreciation, and friendship as always. And this alone would suffice to say that being the Consul General of Italy in New York is the best job in the world!

    I forgot to mention that Laura and Lucia have already left and have been replaced by Roberto Frangione and Isabella Periotto, which means that we now have a perfect gender balance!

  • Opinioni

    L'Europa come luogo di speranza

    “Non provate un brivido pensando di essere chiamati oggi a realizzare quel sogno degli Stati Uniti d’Europa, avuto da quella generazione che nelle macerie del dopoguerra iniziò la creazione di un nuovo soggetto? Il tema dell’Europa è dire ai nostri figli, noi che siamo la generazione Erasmus, che è possibile che l’Europa oggi sia il luogo in cui è possibile la speranza”.

     Queste sono le parole usate dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi il 2 luglio, in occasione della presentazione del programma della presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea.

    Per sei mesi infatti, dal 1 luglio al 31 dicembre 2014 l’Italia e’ chiamata ad esercitare la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea.
    Che cosa questo significhi in pratica e se sia piu’ l’onore o l’onere che deriva da tale esercizio probabilmente non e’ chiaro ai lettori di questo magazine come non lo e’ per moltissimi al di qua o al di la’ dell’Atlantico.
    Quando, nel settembre 2011, sono arrivata a New York fresca di nomina a Console Generale, nel bel mezzo della crisi dell’Euro che stava travolgendo la Grecia e gettava ombre su Spagna, Portogallo e anche Italia, sentivo ripetermi dagli interlocutori americani, in particolare del mondo imprenditoriale : “ perche’ non lasciate la Grecia al suo destino e perche’ l’Italia non esce dall’Euro?”
    Ho cercato di spiegare in molti modi (con moderato successo) in quelle occasioni che il processo di integrazione europea e’ un processo irreversibile, che non si puo’ uscire dall’Euro ed e’ inimmaginabile che l’Italia possa allontanarsi dall’Unione Europea; che l’UE e’ una realta’ e costituisce una parte fondamentale della vita economica, politica e sociale degli Stati membri.

    In quelle occasioni venivo ascoltata con un misto di scetticismo (per l’Europa) e simpatia (per l’Italia), suscitando vera attenzione solo sulle argomentazioni piu’ strettamente finanziarie, soprattutto da interlocutori cinesi o sudamericani piuttosto che americani.
    Mi rendo conto adesso, dopo tre anni di assidua frequentazione di euroscettici, americani e non, che il modo piu’ efficace per comunicare l’irreversibilita’ dell’Unione Europea e’ quello scelto dal Presidente del Consiglio. E’ necessario, cioe’ , fare appello a cio’ che le comunita’ europee prima e l‘Unione Europea poi hanno rappresentato per la pace e la stabilita’ in Europa dopo la seconda guerra mondiale e ricordare che, laddove ci sono state crisi e guerre, come nei Balcani, il ruolo della UE e’ stato, pur con le debolezze di una politica estera non ancora “comune”, sostanzialmente positivo.
    E’ necessario anche fare appello ai giovani, come fa il Presidente Renzi, perche’ e’ vero che il programma Erasmus, che ha consentito a migliaia di studenti di svolgere parte degli studi in un paese dell’UE diverso da quello di origine, ha dato vita ad una generazione di giovani Europei per i quali, cio’ che per la mia generazione era un atto di coraggio e comportava una preparazione di mesi, documenti per l’espatrio, disponibilita’ finanziarie in una valuta diversa, copertura sanitaria ecc, adesso richiede soltanto la disponibilita’ ad imparare la lingua del posto.
    Forse questo messaggio, sintetizzato nell’espressione “ Stati Uniti d’Europa” e’ piu’ facile da capire, in particolare per chi, da questa parte dell’Atlantico, e’ orgoglioso di essere cittadino degli Stati Uniti d’America.
    Ovviamente gli Stati Uniti d’Europa non esistono ancora e l’interesse nazionale non ha ceduto completamente il passo all’interesse dell’Unione. Il processo di integrazione europea e’ appunto un “processo” al quale tutti i paesi membri e tutte le istituzioni dell’Unione devono contribuire. Le norme dell’UE e la loro applicazione negli stati membri procedono a ritmo veloce, l’acquis communautaire e’ diventato il centro della normativa nazionale in quasi tutti i settori della vita economica e sociale, e molto si sta discutendo, in questo momento di generale rinnovamento delle istituzioni dell’Unione, del ruolo di tali istituzioni: del Parlamento,della Commissione, e, ovviamente, del Consiglio dell’Unione Europea.
    E qui entra in gioco la Presidenza italiana del Consiglio UE. La presidenza e’ infatti assunta a rotazione da uno degli stati membri ogni sei mesi in base ad un ordine prestabilito. L’Italia ha ereditato lo scettro dalla Grecia e lo passera’ il 31 dicembre alla Lettonia.
    La presidenza ha il compito di gestire l’agenda del Consiglio, presiede la maggior parte delle sue riunioni, e rappresenta il Consiglio nelle relazioni con le altre istituzioni dell’UE. Si tratta di compiti di grande rilievo specialmente in questo momento. Le altre due istituzioni su cui si basa l’organizzazione dell’UE sono infatti il Parlamento e la Commissione ed entrambe sono state o saranno rinnovate nel corso del semestre di presidenza italiana.
    Le elezioni del Parlamento europeo si sono svolte fra il 22 e il 25 mggio scorso e il nuovo Parlamento si è insediato il 1 luglio. Il 15 luglio Junker e’ stato eletto Presidente della Commissione in sostituzione di Barroso e la nuova commissione si insediera’ il 1 novembre. Infine,come gia’ detto, il 30 novembre scadra’ il mandato del Presidente Van Rompuy. Grandi cambamenti quindi e uno spazio importante per la presidenza di turno per far avanzare le priorita’ del semestre, mentre a margine si sono svolti e si stanno svolgendo riflessioni e negoziati per identificare i nomi giusti da collocare nelle posizioni di guida delle istituzioni europee anche per contrastare la corrente di euroscetticismo che ha pesantemente condizionato le recenti elezioni del Parlamento europeo.
    Anche in Italia l’euroscetticismo ha avuto un impatto importante, ma e’ italiano il partito (il Partito Democratico) più votato in Europa e con la seconda piu’ numerosa presenza di parlamentari a Strasburgo, fa parte della famiglia socialdemocratica e non e’ certamente annoverabile fra gli euroscettici.
    Per questo la responsabilita’ dell’Italia, presidente di turno del Consiglio UE, e’ ancora piu’ grande, in particolare per promuovere politiche coerenti e sostenibili sui due temi indicati come prioritari: crescita economica e migrazioni.
    L’Europa del futuro deve essere piu’ coesa, solidale e competitiva al suo interno ed avere come obiettivo fondamentale la riduzione delle disuguaglianze. Le stesse caratterische deve avere la politica estera della UE,  a cominciare dalle politiche migratorie e di asilo, con l’adozione di iniziative piu’ coerenti ed efficaci nei confronti dei paesi di origine dei flussi migratori.

    Lotta alle disuguaglianze e politiche di accoglienza nei confronti di chi lascia il proprio paese in cerca di un avvenire migliore: due temi che dovrebbero suonare familiari ad orecchi americani e che ci inducono a sperare che l’UE non appaia un’inutile struttura sovranazionale che complica le relazioni fra Stati Uniti e paesi europei, ma un vero, importante partner commerciale, economico, culturale e politico con il quale collaborare per affrontare insieme le crisi regionali e globali che, ancora troppo numerose, condizionano e talvolta compromettono la civile convivenza delle comunita’ e degli stati.

  • Op-Eds

    Fulfilling the Dream of the United States of Europe

    “Doesn’t it thrill you to realize that today it is our job to fulfill the dream of the United States of Europe, the dream of our forefathers amid the ruins of war? Our job –the job of the Erasmus generation – is to tell our children that hope is still alive in the idea of Europe.” 

    These are the words uttered by Prime Minister Matteo Renzi on July 2nd, when he introduced
    the program of the Italian Presidency of the EU Council.  

    For the remainder of this year, from July 1 to December 31, it is Italy’s job to helm the Presidency of the EU Council. Whether it is more of an honor or a burden may be unclear to the readers of this magazine, as it is indeed to people on both sides of the Atlantic. 

    Confronting Euro-Skepticism

    When I arrived in New York in September 2011 as the newly-appointed Consul General of Italy, Europe was in the throes of a currency crisis that was hitting Greece hard and casting a shadow over Spain, Portugal and even Italy. My American counterparts, especially in the business world, often asked me, “Why don’t you abandon Greece to its fate? Why doesn’t Italy exit from the Euro?” I tried to explain, with modest success, that the process of European integration is irreversible.

    A country cannot leave the Euro, and it is unthinkable for Italy to move away from the European Union. The EU is a reality and a fundamental part of the economic, political, and social life of member states. My counterparts listened to me with a mixture of skepticism (toward Europe) and sympathy (for Italy). Their main concern, especially for the Chinese or the Latin Americans, was the financial side of the matter. 
     

    After three years of regular contact with Euro-skeptics, American and not, I have come to realize that the most effective way to convey the irreversibility of the European Union is the one chosen by Prime Minister Renzi.  

    We need to appeal to the role the European communities first, and the European Union later, played in maintaining peace and stability in Europe after the Second World War. We need to remember that, when there were crises and wars, as in the Balkans, the role of the EU, despite the weaknesses of a not yet “common” foreign policy, has been for the most part positive. It is also helpful to mention Europe’s youth, as Prime Minister Renzi does. The Erasmus program, for example, has helped thousands of students to complete their studies in an EU country other than their own. It has helped to create a new generation of young Europeans.

    What for my generation was an act of courage and required a comprehensive preparation for months – getting the right travel documents, a different currency, medical coverage, etc. – for the new generation only requires a willingness to learn a new language. 

    Building the United States of Europe

    Perhaps this message is best summed up in the expression “the United States of Europe,” which may also be easier to understand for people on this side of the Atlantic who are proud to be citizens of the United States of America. Obviously the United States of Europe does not yet exist, and the national interest has not yet been completely subsumed by the Union.

    The process of European integration is exactly that, a “process” to which all member countries and EU institutions contribute. EU laws and their application in the member states proceed at a rapid pace. The acquis communautaire has become the center of national legislation in almost all areas of economic and social life. A great debate is underway on renewing the role of the EU institutions: the Parliament, the Commission and, of course, the Council of the European Union. 
     

    Italy’s Presidency of the EU Council

    This brings me to the Italian Presidency of the EU Council. The Presidency is a rotating position assumed by a different member state every six months according to a predetermined order. Italy inherited the scepter from Greece and will pass it to Latvia on December 31. The holder of the presidency is responsible for managing the agenda of the Council, presiding over the majority of its meetings, and representing the Council in relations with the other EU institutions.

    These are tasks of great importance, especially today, as the other two major European institutions - the Parliament and the Commission - are both undergoing a process of renewal. Elections to the European Parliament were held on May 22-25, and the new Parliament took office on July 1. On July 15, Jean-Claude Juncker was elected President of the Commission to replace Jose Manuel Barroso.  The new commission will take office on November 1, and finally, on November 30, Herman Van Rompuy’s term as President of the European Council will end. These changes leave significant room for the presidency to advance its priorities, in the midst of negotiations to name the right people to leadership positions in the European institutions. 
     

    This is also a unique opportunity to counter the Euro-skepticism that so heavily influenced the recent European Parliament elections. Euro-skepticism has had a major impact in Italy. At the same time, however, the Italian Democratic Party was the most voted party in Europe and represents the second largest constituency in the Strasbourg Parliament, as a member of the social-democratic group, which can hardly be considered Euro-skeptic. 
     

    These currents of change and renewal make Italy’s responsibility as President of the EU Council even greater, in particular regarding the promotion of consistent sustainable policies on the priority issues of economic growth and migration. 

    The Europe of the future

    The Europe of the future must be more cohesive, supportive and competitive. Its fundamental objective must be the reduction of inequalities. The same features should shape the EU’s foreign policy, starting with migration and asylum policies, through the adoption of more consistent and effective measures to aid countries where migratory flows originate.

    Tackling inequality and immigration policies for people who leave their country in search of a better future. The two issues should sound familiar to American ears, which leads us to hope that the EU will no longer be perceived as an unnecessary supranational structure only intended to complicate relations between the United States and European countries.

    Europe is indeed a major trade, economic, cultural and political partner with whom to address the many regional and global crises that continue to impact and sometimes compromise the peaceful coexistence of communities and states.