Articles by: Tommaso Cartia

  • Arte e Cultura

    Regione Piemonte: una meta imperdibile

    Un’elegante colazione per promuovere la bellezza della Regione Piemonte davanti ad un pubblico di giornalisti del settore della cultura, del food, del turismo e dello sport insieme ad appassionati di cultura italiana. 

    L’evento, organizzato in collaborazione con la sede newyorchese dell’ENIT- Agenzia Nazionale del Turismo, è stato presentato dal Console Generale Francesco Genuardi che ha salutato la delegazione e speso parole di grande entusiasmo: “Il Piemonte è una regione unica, con un passato molto importante, è infatti la regione che ha unificato il resto dell’Italia. Torino è stata inclusa dal The New York Times nella lista delle città not to miss - da non perdere - dall’inizio di Gennaio 2017. Il Piemonte non ha solo un grande passato ma anche un grande futuro, come la delegazione venuta qui a parlare vi spiegherà a breve. Una storia quella della Regione Piemonte caratterizzata da un’incredibile combinazione di differenti fattori che la rendono particolarmente appetibile.”

    Maria Elena Rossi, General Manager ‘Sviluppo Piemonte Turismo srl’, è stata moderatrice del panel composto da Mauro Carbone, General Manager Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero e Supervisore del Centro Nazionale Studi del Tartufo; Marco Albano, curatore del Juventus Museum, museo storico-sportivo multimediale e bilingue dedicato alla società calcistica Juventus Football Club; Stefano Mosca, direttore del’ATL Biella, Azienda Turistica Locale del Biellese e Gianni Miradoli del tour operator Central Holidays, che si occupa di organizzare pacchetti turistici per gli americani che vogliono visitare l’Italia. 

    Ospite illustre dell’evento Marco Leona, Scientist in Charge presso il Department of Scientific Research del Metropolitan Museum of Modern Art di New York. Lo scienziato dell’arte, a capo di un team il cui compito è scoprire i segreti celati dietro le opere del museo, è un altro orgoglio della Regione Piemonte. Nato ad Ivrea, comune della città metropolitana di Torino, vive da tredici anni a New York. 

    Emozionanti esperienze nella Regione Piemonte

    Maria Elena Rossi ha iniziato la conversazione con un dato molto significativo: più di 270,000 turisti americani hanno visitato il Piemonte nel 2015. Un dato eclatante che sottolinea il crescente interesse per la proposta turistica della regione, un proposta varia, ampia e in costante rinnovamento. 

    “Per permettere al mercato del turismo di espandersi dobbiamo presentare nuove esperienze, innovazioni”, afferma Rossi, “il filo che lega tutte le testimonianze che avremo modo di ascoltare oggi è che sono tutte delle esperienze esclusive che si possono far in Piemonte basate sulla nostra tradizione, la nostra cultura, nelle varie zone della nostra regione. Quello che sappiamo oggi dell’ambito del turismo è che è importante vivere delle emozioni e delle esperienze. Abbiamo quindi pensato di presentarvi l’offerta piemontese dalla qualità dei nostri tartufi bianchi di Alba ai vini favolosi, dall’industria tessile, allo sport. La Juventus per esempio, lo storica squadra di calcio conosciuta in tutto il mondo, si sta sviluppando come attrazione turistica anche grazie all’apertura del museo dedicato alla sua storia. Anche il design di macchine di lusso è un brand per noi molto importante come per esempio la FIAT.”

    Il turista che vuole visitare il Piemonte si trova davanti ad un' offerta unica ed emozionante.

    L’Industria tessile

    L’industria tessile per esempio, è una grande tradizione culturale della regione. L’80% dei migliori tessuti che si possono trovare impiegati nella realizzazione di vestiti e prodotti di lusso sulla 5th Avenue di New York e nei più importanti centri commerciali, vengono dal Piemonte, da Biella in particolare. Industrie tessili che oggi aprono le loro porte ai turisti per regalare esperienze interattive.

    Ce ne parla Stefano Mosca dell’ATL Biella:  “Siamo qui per raccontare una storia. Sappiamo che Milano è uno delle città italiane più importanti nell’ambito della moda, ma anche il Piemonte e in particolare Biella è una delle più importanti capitali della moda nel mondo. Senza il Piemonte e senza Biella, nessun brand della moda esisterebbe, noi produciamo l’80% dei migliori prodotti tessili. Tutti i più grandi fashion stylists vengono a Biella per rifornirsi dei migliori tessuti. Vogliamo adesso aprire le porte di tutte quelle fabbriche manifatturiere per farvi sperimentare come si creano i migliori tessuti del mondo. La qualità ha a che vedere con la sostenibilità. Condurremo i turisti in queste fabbriche circondate da bellissimi scenari naturali per mostrare proprio come nascono i tessuti. Quando visiti una fabbrica tessile si capisce quanto sia complicato produrre un tessuto di qualità, che ha il suo fondamento nei materiali primi. Potrete seguire tutta la catena di montaggio del lavoro dalla materia prima alla finitura del tessuto e poi ci sarà anche l’occasione di fare shopping. Non solo toccare con mano i materiali ma è proprio l’incontro umano che farà la differenza, entrare in contatto con i lavoratori, come per esempio i membri della famiglia del famoso Lanificio Ermenegildo Zegna.”

    Gli artisti manifatturieri non sono certo gli unici che hanno fatto grande il Piemonte nel mondo. Una terra di grandissima cultura e di lunga tradizione artistica.

    L’Arte

    Chi meglio di Marco Leona, scienziato dell’arte al MET di New York, poteva raccontarci dell’eccellenza artistica della regione: “Il Piemonte è davvero un posto molto speciale, unico. Basti pensare che la grande cupola della Mole Antonelliana che sta al centro di Torino, uno dei più grandi monumenti in muratura non rinforzati al mondo e simbolo della città, definisce la skyline di chi si avvicina all’Italia, non il Vaticano ma tecnicamente una sinagoga. Questo perché il Piemonte è stato storicamente una regione transnazionale. Tante antiche civilizzazioni hanno attraversato le Alpi dalla Francia alla Svizzera e sono arrivate in Piemonte. Qui hanno lasciato importanti testimonianze artistiche e culturali del loro passaggio.”

    Una meta sempre più ambita il Piemonte che ancora oggi attrae visitatori da tutto il mondo e che garantisce altissimi standard in termini di accomodation come ha ben sottolineato Gianni Miradoli del tour operator Central Holidays: “I servizi e l’accomodation in Piemonte sono incredibili. Noi mandiamo i turisti in Toscana, a Roma, ma il Piemonte non è certo secondo a nessuno. Lo confermano i feedbacks che riceviamo dai nostri clienti, che sono eccezionali.”

    Il fascino del tartufo bianco

    Come se non bastasse, la regione è anche rinomata per la sua tradizione gastronomica, in particolare la produzione del tartufo bianco di Alba è una prelibatezza ed una rarità unica al mondo. 

    “Il tartufo bianco di Alba è una tra i tartufi più pregiati e più cari perché non si può coltivare”, racconta Marco Carbone del Centro Nazionale Studi del Tartufo, “abbiamo una produzione annua che è correlata al ciclo naturale, all’andamento della stagione. Il tartufo bianco è affascinante perché la ricerca del tartufo è assolutamente libera, non esiste proprietà privata, quindi ognuno può andare a cercare il tartufo dove vuole, se uno conosce delle piante che producono tartufo deve mantenere il segreto. Attorno a questo si sviluppa tutto il nostro mondo. Venir da noi vuol dire andare con il cercatore di tartufi ed il suo cane, scoprire tutto quel backstage, tutto l’ambiente che ci sta dietro, che è la parte più importante del tartufo aldilà del suo profumo”.

    La Juventus: molto più di una squadra di calcio

    Altra grandissima attrazione della regione è la storica squadra di calcio della Juventus, che come tutto il calcio italiano è sempre un grande elemento di identificazione culturale. Non più solo un semplice team, l’associazione calcistica si sta aprendo a nuove possibilità di business partendo dalla fondazione di un museo a tema. Abbiamo avuto l’occasione di scambiare qualche battuta con Marco Albano, curatore del museo, che ci parla di tutte le nuove iniziative legate al team: 

    “Quando parliamo di Juventus in questo caso non parliamo solo più di sport ma anche di entertainment, in questo gli americani sono maestri, per primi sono riusciti a creare quell’atmosfera allo stadio che va oltre l’evento sportivo. Si va allo stadio con i bambini, con le famiglie, vanno allo stadio ore prima dell’inizio della partita e anche dopo proprio per l’intrattenimento. In Italia non esiste ancora un evento come il Super Bowl, c’è la finale di Champions League ma è un evento più mediatico. Noi come Juventus siamo riusciti a creare l’atmosfera di un evento sì mediatico, perché l’audience delle partite della Juventus è la più alta in Italia, ma anche un evento locale, allo stadio, un business a tutti gli effetti perchè generiamo un fatturato di 400 milioni di euro all’anno, un business anche del lifestyle. Ormai la Juventus è diventata come l’Harley Davidson, come la Ferrari, un brand a tutti gli effetti e chi lo indossa, chi lo vive, chi lo tocca sposa la Juventus non solo come squadra ma come filosofia di vita, come stile. Perché ci sono dei valori del brand molto forti, molto marcati. La Juventus o la ami o la odi, bianco o nero, senza compromesso. Qualcosa che o ami e vivi con un senso di appartenenza molto forte o non vivi del tutto.”

    Il carattere piemontese

    Forte il carattere piemontese, il carattere di una terra che ha nella grande tradizione dell' antico Ducato di Savoia la sua forza culturale ma anche quella naturale propensione a sentirsi un po’ un centro del mondo. Così Maria Elena Rossi cerca di definire l’eccellenza del carattere piemontese: “la caratteristica più importante del carattere piemontese è sicuramente legata alla sua storia sabauda, che ha a che fare molto con la serietà e l’affidabilità e anche alla ricerca dell’eccellenza. Probabilmente anche grazie al fatto che Torino è stata la capitale di un regno, circondata da tanta bellezza, arte e cultura. Inoltre c’è stata una forte vicinanza con le grandi corti europee. Sicuramente una terra che ha una forte spinta all’internazionalizzazione.” 

    Questa serietà, questa attenzione per la qualità si riflettono necessariamente anche nella cultura d’impresa e nei suoi prodotti commerciali. 

    “Dietro ad ogni prodotto di qualità c’è molta cultura, senza cultura non c’è valore aggiunto nel prodotto. Noi crediamo che il vero valore oggi che fa la differenza di un prodotto sul mercato sia la cultura che esso rappresenta, che si porta con se e lo distingue. In Piemonte ci sono ancora grandi e numerosi esempi del manifatturiero autentico italiano di qualità e quindi ci sono ancora molte opportunità di veicolare la cultura italiana attraverso questi prodotti. Questo è quello che vogliamo raccontare, esperienze uniche, di shopping, di assaggi, di visite che riteniamo possano essere delle grandi esperienze culturali.”

    Così chiude Stefano Mosca, direttore dell’ATL Biella, sottolineando ancora una volta quanto la Regione Piemonte sia una meta da non perdere nell’elenco dei posti da visitare nel mondo.

     

  • Life & People

    "Let Me Give Your Smile Back"

     IN ITALIANO >>>

    Does he have the same glimmer in his eye and the same energy as the immigrants who arrived in America a century ago? This is the question that we asked ourselves when we met him. The answer is yes. 27 year-old Giuseppe Cicero is living his adventure in New York as did many generations of young people, like him, in love with the American Dream.

    Despite several challenges, he is guided by a great passion for oral surgery, which was passed down to him by his Sicilian father, who is also a dentist, and who opened offices between Rome and Sicily.

    In the Right Place at the Right Time

    Immediately after graduating from the University of Tor Vergata in Rome, Giuseppe’s great ambition pushed him to continue his studies in New York. However, he was too young to enter into the program to which he aspired–NYU’s Advanced Education Program in Periodontics. But Giuseppe is someone who’s not afraid to put himself out there and take on even the most difficult of challenges.

    A bit of luck, finding himself in the right place at the right time, and having the right talent all worked in his favor.

    As Giuseppe tells us, “A 23 year-old is not considered for a surgery program without clinical experience. By chance during a lesson, I met the Harvard University Dean of students, Howard Howell, and I spoke to him about research that I did in Italy on stem cells and dental pulp. The research topic was later published in a book. He invited me to spend a week at Harvard, and he offered for me to give a presentation–the same presentation with my research that I would then give at NYU in the Department of Surgery and Periodontology. That day, it just so happened that one of the six candidates in the surgery department withdrew. However, I was still there, and I was accepted to the department at 23 years old, a true record!”

    Given that he had the opportunity to work at his father’s dental practice, what brought him to New York? The answer is in the enthusiasm, adrenaline, and desire to discover that characterizes young people in search of new experiences.

    A Modern American Dream

    “I really like oral surgery, and New York is simply the best place to practice it. At New York University’s downtown hospital, we have a constant stream of patients. We’re faced with many cases, and we’re exposed to various types of conditions. The New York population is heterogeneous, vast, and diverse with some cases that have never been seen before. It’s a true laboratory. I enjoy clinical research, and there’s no city that can compare.

    It’s not easy, of course. There were, and there are, so many obstacles to overcome. Those who come here are usually follow in their fathers’ footsteps and return to their families’ clinics. I feel different. I’ve received other offers, but I want to stay here. What I can do here is impossible in Italy; the rules are very different. It’s true that in America if you deserve it, you’ll be successful, even if it’s not easy.”

    There are still some obstacles to overcome, however. Giuseppe would like to practice his profession regularly after the University, perhaps working for a private studio, like the prestigious Rosenthal Apa Group  from which he received a proposal. But because he’s a foreigner, there are many technical difficulties hindering. It’s yet another challenge that Giuseppe is facing with his head held high. However, he’s sure of himself and sure of what he wants. 

    Oral3D–His First 3D Printer.

    Giuseppe focused his passion for research on a brilliant and revolutionary idea. Last year, he founded a startup, Oral3D, the first user friendly 3D printer for bone regeneration in the oral cavity.

    “With this tool, communication with the patient is brought to a whole other level. It’s no longer based on a screen, but rather on 3D models. The patient is able to see and to understand, with more precision, what’s happening under the gums.” Says Cicero.

    The idea was born one day when he was operating at New York University. Technically, 3D printers already exist in the dental field. They are used to print the patient’s bone, and the bone defects are then analyzed before the patient’s operation. However, these printer is extremely complicated to use. Giuseppe’s new 3D printer allows users to directly drag from the TAC file (with the photo of the bone) into a software that renders the data and sends it to the printer.

    When patients are able to observe with a 3D model their intra-oral situation, they can feel more confidentand be able to appreciate more easily the impact of the treatment.

    “A user friendly printer,” as the young dentist explains to us, “conceived together with Sicilian Martina Ferracane, CEO of the startup that was first in Belgium and is now in Germany. I, on the other hand, am the Chief Medical Officer.”

    A Social Dentist

    His attention for the human aspect of his patients and the importance of communication are, for Cicero, the foundational elements of his profession. Unlike other medical professionals, the dentist is often perceived as a distant figure who doesn’t have social influence in the community of his patients. Giuseppe, instead, believes that one needs to work to “Restore people’s smiles.” It’s a mission and a philosophy that surpasses esthetic enhancement and touches much deeper psychological and emotional aspects.

    It’s for this reason that Cicero doesn’t neglect the world of social media. He’s close to his patients through the use of modern communication tools.

    For example, on his Instagram page, he explains the characteristics of the innovative 3D system to professionals and enthusiasts, and he shows them the different models:

    “When I used to go to events, many young people asked me if I had a social media page. I saw a lot of interest, and there was a big call for it. Therefore, I decided to create an Instagram profile to show some specific cases in particular, such as bone regeneration and the materials and tools used. This allows me to go to China, Korea, and Latin America. It’s like taking part in a virtual congress. It’s rapid feedback that’s free.”

    Giuseppe also has many ideas about how to use his image on video, crossing the confines of his profession and blending it with his passion for cinema and television.

    He’s the protagonist of documentaries and short films on both his story and his family’s story. Giuseppe is pursuing the idea of a TV program centered around a medical figure, similar to Grey’s Anatomy, but with dentists as the protagonists. In fact, he wants to present his ideas to some of Netflix’s producers.

    Giuseppe has an unparalleled energy, that both strikes you and remains with you after a conversation with him.

  • Gourmet

    L'Italian Championship of Pasta è al calcio d'inizio!

    ENGLISH VERSION >>

     

    Raffaella Galliani è una donna vulcanica, appassionata e propositiva. Fondatrice della scuola di lingua italiana Speakitaly NYC, si è recentemente imbarcata in un altro dei suoi ambiziosi progetti, portare a New York l'Italian Championship of Pasta. Un campionato della pasta organizzato come un calendario calcistico in vari ristoranti italiani della città. Otto diverse regioni italiane in sfida, 16 ricette originali, 2 per regione e 4 serate per gli ottavi di finale.

    Un campionato della pasta. 

    Così Raffaella ci spiega la deliziosa idea: “La serata in sè funziona così: ci saranno X persone ad un ristorante e lo stesso quantitativo nell'altro. Ad ogni partecipante verrà data una scheda da 1-10 per votare la pasta migliore che proveranno, cioè due della regione per cui sono stati selezionati, e poi si farà la sommatoria delle votazioni tra le 4 paste. Quella che prende più voti, procederà come regione e così via. Alla fine di tutto il campionato ci sarà un estratto tra tutti i biglietti acquistati che vincerà un soggiorno di 5 giorni a Rimini e un crash course di italiano pre-partenza con Speakitaly NYC.”

    Raffaella racconta poi più nel dettaglio come è nata l'iniziativa: “Chi ha inventato il campionato sono Camillo e Letizia, due ragazzi italiani. Lo hanno proposto a Parigi e dopo un successo di 4 anni hanno deciso di espandersi, e così hanno trovato me. L'obbiettivo per noi è quello di promuovere un vero Made in Italy proponendo piatti di pasta autentici e come se si mangiassero in Italia. Non è una competizione vera e propria come si potrebbe pensare perché allora il format avrebbe dovuto essere differente e avrebbe dovuto coinvolgere molti più ristoranti anche perché NYC è piena di ristoranti italiani autentici. La nostra è un'idea che promuove lo stare insieme, mangiando un buon piatto di pasta e poi si aggiunge l'effetto gara per renderlo più divertente. È un gioco non una sfida tra ristoranti ecco perché promuoviamo regioni e non ristoranti.”

    Una storia d'amore con New York City.

    Una storia d'amore quella di Raffaella con New York, che come tutte le grandi storie d’amore sembrava già scritta nelle stelle. Una serie di particolari coincidenze che i più romantici chiamerebbero semplicemente, destino. 

    Arrivata in città dieci anni fa per una vacanza, Raffaella incontra quello che poi diventerà suo marito. Un amore che la spinge a tentare la fortuna, con l’audacia e forse un pizzico di incoscienza tipica dell’adolescenza. Laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bergamo, dopo la sua specializzazione in linguistica a La Sapienza di Roma, Raffaella prova e far girare il suo curriculum a New York. La fortuna la premia ed il destino fa il suo corso. Nel giro di tre mesi trova una scuola di lingue interessata a lei come insegnante di italiano, all’inizio in prova, una sfida, ma quasi undici anni dopo, tra corsi e ricorsi della sua storia personale, Raffaella è ancora qui a New York.  Innamorata di suo marito, innamorata della vita, innamorata della sua cara lingua italiana che continua ad insegnare con una passione senza precedenti, ed innamorata anche della cucina italiana.

    Speakitaly NYC

    Raffaella ha poi fondato una sua personale scuola di lingua italiana, Speakitaly NYC, non una scuola come le altre. La sua eccezionalità è da rintracciare proprio nella personalità eclettica di Raffaela che vede i suoi allievi non solo come dei semplici studenti ma come persone con cui interagire in un rapporto personale, vero, diretto. Insegna loro italiano, ma li fa anche ridere, li intrattiene, cerca di creare l’atmosfera di un gruppo, di una comunità. 

    “Voglio mettere insieme le persone e farle divertire. Gli studenti sono persone, non sono clienti. Se fai una cosa con amore, se ci metti il cuore, con un pizzico di fortuna sono convinta che si possa avere successo.” Ci racconta con il suo tono forte, deciso ma nel contempo dolce, frizzante e coinvolgente. 

    Non è finita qui però, il destino ha in serbo per Raffaella ancora qualcosa, forse di inaspettato e sicuramente di inedito. Un’altra delle sue passioni che per magia diventa qualcosa di più: la cucina italiana. 

    Sunday lunch - Il pranzo della domenica all'italiana.

    Un giorno decide di organizzare un evento per festeggiare i suoi 10 anni di insegnamento ed invita i suoi studenti per un classico pranzo italiano della domenica presso il ristorante Cacio e Vino di New York. Un’occasione informale, molto friendly. Non si sarebbe di certo aspettata che quasi una cinquantina di persone si sarebbero presentate!

    Da lì l’idea di continuare su questa scia e di organizzare dei Sunday Lunch in importanti ristoranti italiani di New York. Raffaella inizia anche una collaborazione con Nonna Box, una sorta di Blue Apron all’italiana. Un’idea originale, come nella migliore tradizione della cucina regionale italiana che ha il suo cuore nell’arte culinaria delle nostre nonne, questo box può essere comprato online e arriva a casa con una ricetta e gli ingredienti per poterla cucinare. Raffaella ha deciso di regalare il box in diverse giocose competizioni di lingua che ha ideato con per i suoi studenti. Ancora una volta per strappargli un sorriso e per rendere più entusiasmante l’apprendimento della lingua.

    Ancora una volta il cuore e la passione di Raffaella hanno centrato un importante obiettivo, sempre nell’ottica della sponsorizzazione della nostra cultura qui a New York. Cultura italiana, amore e fantasia. Uno dei tanti bei capitoli nel libro della vita di Raffaella.

    Per partecipare ai diversi tasting come giuria del contest potete acquistare il biglietto qui >>

     

     

     

     

  • From Emilia-Romagna - Pappardelle with Bolognese Ragù Sauce (Restaurant Tarallucci e Vino)
    Events

    Italian Championship of Pasta Kicks Off!

    ARTICOLO IN ITALIANO >>

    Raffaella Galliani is a dynamic, passionate, and proactive woman with a flurry of ideas and plentiful positive energy. Founder of Italian language school Speakitaly NYC, she recently came up with the idea to bring to New York the Italian Championship of Pasta, which is organized like a soccer competition among various Italian restaurants around the city. The competition, that will start on March 7th and run till September 12th, 2017, involves eight different Italian regions and sixteen original recipes, two per region, and four evenings for the finals.

    A Pasta Competition

    Raffaella explains this delicious idea: “The evening functions in this manner: There are X people at a restaurant and the same number in another one. In order to vote for the best pasta, every participant will be given a card with the numbers 1-10. Two pasta dishes from two different regions will be chosen. Finally, the votes for all four different pastas are counted. The region that receives the most votes continues on. At the end of the championship, one ticket, out of all of the tickets purchased, is chosen, and the ticketholder will win a five-day trip to Rimini and a pre-trip crash course in Italian with Speakitaly NYC."

    “Two young Italians, Camillo and Letizia, invented the championship," she continues, "they proposed it in Paris, and after four successful years, they decided to expand. That’s how they found me. Our objective is to promote Made in Italy by proposing authentic pasta dishes and how they are eaten in Italy. It’s not a true competition, as you might expect, because the format needed to be different, and it needed to involve many more restaurants; NYC is full of authentic Italian restaurants. Our idea is to promote the concept of sitting down together for a good pasta meal, and then the competition effect is added to make it even more fun. It’s a game, not a competition between restaurants. That’s why we promote regions and not restaurants.”

    In Love with New York City - Raffaella's Story

    How did Raffaella get involved with such a project? Like everything in Galliani's life, it was a matter of love, love for her Italian culture and love for New York as well.

    Her love story with New York, as with all great love stories, seems to have been written in the stars. It’s a series of particular coincidences that a romantic would simply call “destiny.” After arriving in New York ten years ago for a vacation, Raffaella met the man who would eventually become her husband. Love, courage, and perhaps a smidgen of adolescent recklessness pushed her to take chances. She graduated in foreign language and literature from the University of Bergamo, and she specialized in linguistics at Rome’s La Sapienza. Raffaella then tried to circulate her resume in New York. After three months, as luck would have it, she found a language school that was interested in hiring her as an Italian teacher. Initially, it was a challenge, but eleven years later, through both ups and downs, Raffaella is still here in New York.

    She’s in love with her husband, in love with Italian cuisine, in love with her dear Italian language–which she continues to teach with incredible passion–and simply in love with life.

    Speakitaly NYC

    Raffaella founded her own personal Italian language school, Speakitaly NYC. Its strength is in Raffaella’s eclectic personality. Her students are not merely students; they are people with whom she can develop true relationships. She teaches them Italian, but she also entertains them and makes them laugh. She fosters the atmosphere of a group and of a community.

    With her strong yet sweet tone, Raffaella tells us, “I want to bring people to gather and make them have fun. Students are people, not customers. If you do something with love, if you put your heart into it, with a bit of luck, I’m sure you’ll be successful.”

    However, destiny had more in store for Raffaella than she expected. Another one of her passions, Italian cooking, would magically transpire into something more.

    One day she decided to organize an event, celebrating her 10 years of teaching, and invite her students for a classic Italian Sunday lunch at the New York restaurant Cacio e Vino. It was an informal, friendly occasion. She certainly wasn’t expecting almost fifty people to come to the lunch.

    Sunday Lunch Italian Style

    From there came the idea for her to continue on this path and to organize Sunday Lunch in important Italian restaurants in New York. Furthermore, she began a partnership with Nonna Box, which is an Italian version of Blue Apron. This original idea was inspired by only the best traditional, regional Italian cuisine–hailing from our mothers and grandmothers. The boxes can be bought online, and they arrive at your home with a recipe and the ingredients to cook it. Raffaella decided to give away boxes during various language competitions for her students. Once again she made language-learning fun and had the students smiling.

    The Pasta Championship is another of the important goals that Raffaella's heart and passion have centered in promoting our Italian Culture here in New York. Another of the many beautiful chapters in the book of her life.

    To participate as the jury in the tastings, you must buy a ticket >>>

  • Art & Culture

    'Fire at Sea' to Shine at the Night of the Oscars

    Already screened in over 60 countries and awarded with prestigious accolades that include the Golden Bear at the 66th Berlin International Film Festival, Gianfranco Rosi’s Fire at Sea continues its long journey in North America. The impressionistic, emotionally absorbing documentary chronicles the Mediterranean migrant crisis currently afflicting the Sicilian island of Lampedusa. The movie is nominated for Best Documentary Feature at the upcoming 89th Academy Award. It was also this year's Italian entry for the Best Foreign Language Film category; however, it was not nominated.

    Without a Plot or Script

    The film was shot as a pure documentary, without a plot or a script. The storyline itself arose later, organically, during the editing process. Thanks to the metaphorical power of Rosi’s raw footage, the story practically tells itself. The director turns his sights to the residents of Lampedusa as they witness the tragedy unfold. In fact, the islanders and the immigrants seem to exist in distant, if nearly parallel, worlds. The Lampedusani view the arrival of immigrants as a sort of distant threat, like a storm on the horizon. That general anxiety extends to the film’s young protagonist, Samuele. It is through his eyes that we watch these two worlds collide in a dramatically powerful, but grounded spectacle.

    A Reality we can no Longer Ignore

    The Italian director encountered the reality of death many times while filming, prompting him to question the morality of what he was depicting. Was he responsible for reporting it, he wondered, was it too graphic? Was he disrespecting bodies that, of course, are not merely bodies? “I felt it was my responsibility to inform people about what’s really happening,” said the director. “It was horrible. The captain of one boat told me, ‘People need to see this. It’s a tragedy. Like the Holocaust.’ After that, I was done filming. That was it for me. I had to take several weeks off before starting to edit.”

    Rosi’s potent images challenge audiences to open their eyes to what is happening on the remote island. The lazy eye that Samuele has to cure is the ultimate metaphor for our own lazy habits of seeing, for our blindness, for our apathetic response to the dramatic situation of immigrants crossing the Mediterranean, who risk their lives to escape. The film suggests that this situation can no longer feel foreign to us; it is our concern too.

    Azzab’s Fairytale

    My Name Is Adil by firsttime director Adil Azzab is arguably a companion piece to Fire at Sea. As an Italian-Moroccan, Azzab’s life mirrors a fairytale with a happy ending. Thirteen years ago Adil emigrated from Morocco and managed to establish himself in Milan, despite an adverse adolescence. He unexpectedly fell into film thanks to “Centro di Aggregazione Giovanile,” a non-profit organization that helps adolescents fulfill their potential. After this experience he joined "Imagine Factory," an innovative multimedia association for aspiring filmmakers founded by Gabrio Rognoni and Milanese director/producer Andrea Pellizzer.

    A Global Model

    My Name Is Adil is one of Imagine Factory’s first efforts. It tells the autobiographical story of the talented young Moroccan traveling back to his country to see it with fresh eyes; the eyes of a man reflecting on his personal struggles as a kid. We had the chance to meet Andrea Pellizzer, the movie’s screenwriter and producer when the film’s screened at the New York festival “Italy on Screen Today / #Wind of Europe.” Pellizzer expressed his enthusiasm for the project, which was first sponsored by crowdfunding and promoted by Italian director Gabriele Salvatores. Andrea and his team are also pursuing another ambitious project; creating a My Name Is... series which chronicles simliar stories from immigrants across the globe.

    The growing buzz around films like My Name Is Adil and Fire At Sea demonstrates that immigration is a matter of global interest and that movies still possess the power to open our eyes to such issues. 

  • Art & Culture

    Globetrotting with Giuseppe Verdi

    The operas of Giuseppe Verdi, the immortal Italian composer who is among the most celebrated and universally recognized musicians in the world, seem to stand the test of time. Operas like Nabucco and La traviata penetrated the public’s conscience both nationally and internationally. These works have been moving their audiences from the 1800s to today. The modernity of Verdi’s operas is underscored by the fervent interest that theaters around the world express for the genius Italian composer. These theaters continue to propose his work with continuity and big public success.

    Festival Verdi 2017: A Celebration of Verdi and 150 Years Since the Birth of Arturo Toscanini

    The region of Emilia-Romagna is the homeland of this operatic composer, and every year around October 10th–Verdi’s birthday–Parma, Busseto, and the surrounding area, the so-called Terre Verdiane, celebrate him with the Festival Verdi. The festival consists of a series of concerts, recitals, and conversations with artists and writers. The events are held in some of the most important theaters, but they’re also held in the city streets and historic homes.

    This year’s festival is scheduled from September 28th to October 22nd. Performances are scheduled for four of the Maestro’s great operas: Jerusalem and Falstaff at Parma’s Teatro Regio, Stiffelius at Parma’s Teatro Farnese, and La Traviata at Busseto’s Teatro Verdi. The sacred Messa da Requiem will also see two performance dates at the Teatro Regio. This year’s festival is particularly significant; it also commemorates the birth of another important figure in the history of music: Arturo Toscanini. Toscanini was born in Parma 150 years ago, and he was one of the most important orchestra directors ever.

    For the second consecutive year, the regional office for the promotion of culture in Emilia-Romagna, the Fondazione Teatro Regio, Parma Incoming (tour operator), and APT Servizi Emilia Romagna Tourist Board, united to organize a large road show. In order to promote the festival internationally, the show is being organized in collaboration with ENIT and Italian Cultural Institutes worldwide.

    A Road-Show Promoting Festival Verdi Worldwide

    After its introduction in Vienna, the road show stopped at New York’s ENIT headquarter on Park Avenue, for the romantic occasion of Valentine’s Day. This was an important opportunity to celebrate both Verdi and Toscanini’s talent, but also to celebrate Emilia-Romagna’s great musical, culinary, and gastronomic traditions.

    The presentation was enhanced by the participation of some important individuals, such as the President of the Emilia-Romagna region, Stefano Bonaccini; the General Manager of Teatro Regio, Anna Maria Meo; the marketing manager of Parma Incoming, Nicoletta Perusin; and the marketing manger of APT, Isabella Amaduzzi.

    Anna Maria Meo enthusically shared the experience of the road show: “For the last couple of years, we’ve been able to plan the Festival plenty of time in advance. Last year it began in January, this year in October. There was time to circulate information about the Festivals Verdi cultural offerings. The road-show was inaugurated in Vienna at the Italian Cultural Institute. We then did a concert in Basilea. New York is the first stop of the American tour; it will then proceed to Chicago and Toronto. Finally, it will return to Europe: Monaco, London, and Berlin. These locations were chosen in order to include the festival among the international tour operators who organize programs for a public that is passionate about opera–the ‘globe-trotters’ of music.”

    The director then recalled the personalities of Verdi and Toscanini: “Parma is a city, which has these two music giants, Verdi from nearby Busseto, and Toscanini, a legacy who Parma looks to honor to the best of its ability. It has been 150 years since Toscanini’s birth, and just this week Teatro Regio hosted a beautiful conversation between Riccardo Muti and Harvey Sachs, a well-known musicologist. The conversation was a fond remembering of a figure who was not only a musician but also a man of great civil value. In the years fraught with drama from Fascism, Toscanini showed that he could not and would not fold. He exiled himself and paid his way to New York where he was appreciated and praised. He set a strong example that still persists today. Toscanini makes us proud because he was a musician who never separated art from life; he’s a shining example who inspires us to have hope for our future.

    Emilia-Romagna: Music, Culture, Art, and Gastronomic Excellence

    Nicoletta Perusin, marketing manager of Parma Incoming, tells us of a future in which great operas, by maestros like Verdi, and great works of the Emilian culture are alive: “The attraction to opera is always very strong. There’s a niche of music lovers that is growing, and we see it year after year. The number of foreign tourists from all over the world is increasing. There are tourists from Japan, Australia, America, and Europe. These people haven’t necessarily been to Parma, but they know that Giuseppe Verdi is from there, and they also know about Prosciutto di Parma and Parmigiano Reggiano. We are honored that, thanks to Verdi, Parma can make its presence known to the world. Parma Incoming began in 2007 in order to promote the Festival Verdi across the globe. It’s our fourth time in New York, and it’s always one of the most exciting places that we go to. Over the past few years, we’ve seen the United States’ market grow, but we still need to expand it. Parma also presents other events, such as the Gola Gola! Food and People Festival. Parma is the first Italian city to be creative with its gastronomy honored by UNESCO.”

    Music, art, culture, and gastronomy, Emilia-Romagna is a land rich in splendors: “It’s a region that has very well-structured and varied offerings that focus on many different subjects. Isabella Amaduzzi, marketing manager of APT tells us, “Cultural tourism and our offering of lyrical operas are one of our strong points. Among our projects, we have defined areas of action, one of which we named La Via Emilia della Musica. It’s an ideal path that combines the excellencies of Emilia-Romagna’s artistic and musical cultural heritage. The Festival Verdi is one of its crowning achievements. Even Modena with Pavarotti, Casa Pavarotti and the theater, and Bologna that’s creative with its music honored by UNESCO. We also have the Ravenna Festival, another important event connected both to music and to the arts in general."

    President Stefano Bonaccini Talks About the Emilian Character

    Emilian character shines through these strong cultural attributes and defines the identity of a population that was shaped by the epitome of quality. Speaking of which, Stefano Bonaccini, the president of the Emilia-Romagna region, had some very intriguing words about his region after his very sincere presentation at the event New York's Italian Cultural Institute. We caught up with him after the presentation: “This is the story of a place that had protagonists who are part of our country’s history. It’s a place that always knew how to fight and to pick itself up from difficult times. At the end of the 1800s, when regions still hadn’t been formed, the area of Emilia-Romagna was one of the poorest places in the country. Few people know that after WWI, some provinces that today have the highest quality of life in Europe, were among the poorest in all of Italy, even poorer than some of the provinces in the Mezzogiorno. The personality of Verdi and Toscanini represent the personality of the people of our land. They’re characterized by passion and have a great spirit for research and innovation. Emilia-Romagna has made high quality its distinctive trait on the world stage. We’re made up of four and a half million residents; we aren’t a very populated region, but we have excellences that are recognized across the globe. Let’s not forget the auto industry with some of the greatest luxury-sport brands in the world such as Ferrari. The auto industry is a tradition that was born from mechanical brilliance and human capital, not from robots. Our gastronomic products are also one of our excellences. We’re the region with the highest number of products that are IGP and DOP certified–the Parmigiano Reggiano and the Prosciutto di Parma are two of the four products that alone comprise almost half of Italy’s IGP products. Getting back to music, this is not only the land where Pavarotti comes from but also where great modern singers and songwriters of pop Italian music hail from."

    For all its flavors, Emilia-Romagna is truly a place to discover. At the end of the presentation, chef Michele Casadei Massari from Piccolo Cafe offered some of these flavors to the public. Piccolo Cafe is a true gem of New York’s Italian dining scene, and it offers Americans the possibility to taste some of the most traditional Emilian cuisine.

     

  • Fatti e Storie

    "Vi voglio restituire il sorriso"

    ENGLISH VERSION >>>

    Forse ha la stessa luce negli occhi e la stessa energia di chi è arrivato in America un secolo fa. Ce lo siamo chiesti quando lo abbiamo incontrato. Sì perché Giuseppe Cicero, 27 anni, sta vivendo la sua avventura a New York come la hanno vissuta tante generazioni di giovani come lui innamorati del sogno americano.

    Lo fa, nonostante le difficoltà, guidato dalla grande passione per la chirurgia orale trasmessagli dal padre siciliano, dentista che ha importanti studi tra Roma e la Sicilia.

    Nel posto giusto al momento giusto.

    Grande l’ambizione di Giuseppe che, subito dopo la sua laurea in odontoiatria conseguita presso l’Università di Tor Vergata a Roma, decide di proseguire i suoi studi a New York. E' troppo giovane però per il programma universitario al quale aspira, l’Advanced Education Program in Periodontics all’NYU - prestigioso corso post-lauream in parodontologia nel reparto di chirurgia orale. Ma Giuseppe è un ragazzo che non ha paura di mettersi in gioco e di affrontare le sfide più difficili.

    Un po’ di fortuna, quel trovarsi nel posto giusto al momento giusto, ed il necessario talento, giocano a suo favore. 

    Come ci racconta Giuseppe: “Un ragazzo di soli 23 anni non è preso in considerazione in un programma di chirurgia senza  che abbia esperienza clinica. Durante una lezione, incontro per caso il Preside di facoltà dell’Università di Harvard, Howard Howell, gli parlo di una ricerca che ho fatto in Italia sulle cellule staminali e sulla polpa dentale  pubblicata un libro. Mi invita a passare una settimana ad Harvard e mi propone di fare una presentazione. La stessa presentazione l’ho poi portata all’NYU nel reparto di chirurgia e di paradontologia. Il caso vuole che proprio quel giorno uno dei sei candidati al reparto di chirurgia si ritiri. Rimango io. Vengo accettato a 23 anni nel reparto, un vero record!”

    Un'occasione unica ed imperdibile certo. Ma cosa ha portato questo ragazzo a trasferirsi? La sua strada era certo spianata in Italia grazie all'opportunità di lavorare nel prestigioso studio dentistico del padre. La risposta che ci dà è onesta, semplice e diretta.

    Un moderno sogno americano.

    “A me piace molto la chirurgia orale, e New York è semplicemente il luogo migliore per esercitarla. Questo perché all’ospedale della New York University, abbiamo un pull di pazienti infinito, ci confrontiamo con qualsiasi caso e siamo esposti a vari tipi di condizioni.  Quella newyorchese è una popolazione eterogenea, vastissima e diversificata, con casi anche nuovi e mai visti prima. Un vero laboratorio per studiare e crescere. Mi piace la ricerca clinica e non c’è altra città paragonabile."

    "Certo non è facile, ci sono stati e ci sono tantissimi ostacoli da superare. Chi viene a New York, se figlio d’arte, di solito torna nella clinica del padre, io mi sento diverso. Ho ricevuto altre offerte, ma voglio rimanere qui. Quello che posso fare è un salto di qualità impossibile in Italia, ci sono regole molto diverse. Se uno se lo merita il successo arriva, anche se non è semplice.”

    Ci sono ancora degli ostacoli da superare infatti. Giuseppe vorrebbe esercitare la sua professione regolarmente dopo l’Università, lavorare anche per uno studio privato come il prestigioso Rosenthal Apa Group che gli ha fatto un'offerta. Ci sono però delle difficoltà tecniche per ricevere la licenza perché straniero. Ancora un’altra sfida per Giuseppe che affronta a testa alta, sicuro di sé e di quello che vuole.

    La Oral3D, la prima stampante 3D user friendly.

    Innovativa e per certi versi rivoluzionaria la geniale idea nella quale ha focalizzato tutta la sua passione per la ricerca clinica. Lo scorso anno ha infatti fondato una Start Up, la Oral3D, la primissima stampante 3D user friendly per la rigenerazione dell’osso del cavo orale. 

    “Con questo strumento la comunicazione con il paziente è portata ad un altro livello, non si basa più su uno schermo ma attraverso dei modelli 3D. Il paziente riesce a vedere ed ad intuire cosa succede sotto la gengiva con più precisione". Ci spiega Giuseppe.

    L’idea è nata un giorno mentre stava operando alla New York University. La stampante 3D nel campo odontoiatrico tecnicamente esiste già, ed è utilizzata per stampare l’osso del paziente, analizzarne il difetto per poi operare nei giorni successivi. La stampante non è però di uso facile, un modello complicatissimo. La nuova stampante 3D pensata da Giuseppe permette di trascinare direttamente dalla TAC il file con la fotografia dell’osso dentro un software che elabora i dati e li manda a stampare.

    Nel momento in cui i pazienti riescono ad osservare grazie al modello 3D la loro situazione all'interno del cavo orale, si sentono naturalmente più a loro agio e più facilmente predisposti al trattamento.

    “Una stampante user friendly”, come ci spiega bene il giovane dentista, “ideata insieme a Martina Ferracane, CEO della Start Up residente in Germania e prima in Belgio. Io ricopro invece il ruolo di Chief Medical Officer”

    Un dentista social

    La sua attenzione per l’aspetto umano del paziente e l’importanza della comunicazione e del confronto personale, sono per Cicero elementi fondamentali e fondanti del suo mestiere. A differenza di altre tipologie di medico, il dentista a volte è avvertito come una figura distante, che non ha un suo peso sociale nel rapporto con la comunità dei suoi pazienti. Giuseppe crede invece si debba lavorare per “Restituire alle persone il sorriso”. Si tratta di  una missione, una filosofia che spazia dal semplice perfezionamento estetico ad aspetti psicologici ed emotivi più profondi. 

    Per questo Cicero non disdegna certo il mondo dei social media, è vicino ai suoi pazienti e colleghi di tutto il mondo, utilizzando anche i moderni strumenti di comunicazione. 

    Nella sua pagina Instagram per esempio spiega le caratteristiche dell’innovativo sistema 3D a professionisti ed appassionati e permette loro di vedere i diversi modelli: “Molti giovani mi chiedevano se avevo una pagina social quando andavo agli eventi. Percepivo grande interesse e grande richiesta. Ho deciso allora di aprire un profilo Instagram per mostrare alcuni casi specifici, in particolare quelli della rigenerazione dell’osso e far vedere materiali e strumenti di esecuzione. Questo mi permette di arrivare in Cina, in Korea, in Latino America. E’ come partecipare ad un congresso virtuale. Un feedback rapido, gratuito e molto immediato.”

    Giuseppe ha anche molte altre idee legate al mondo dei video, valicando certo i confini della sua professione e fondendola con la sua passione per il cinema e per la TV. E' infatti protagonista di documentari e short-movies con la sua storia  e quella della sua famiglia. Giuseppe ha anche in mente uno show televisivo sulla falsariga dei famosi sceneggiati che hanno al centro la figura di medici come Grey’s Anatomy. Questa volta protagonisti potrebbero essere dei dentisti. Vuole infatti presentare una sua idea a dei produttori di Netflix.

    Un’energia a 360 gradi quella di Giuseppe che certo colpisce e rimane dopo una conversazione.

  • Arte e Cultura

    In viaggio con Giuseppe Verdi

    L’opera di Giuseppe Verdi, l’immortale compositore italiano tra i più celebrati e universalmente riconosciuti della storia della musica sembra non conoscere e non risentire del passare del tempo. Opere come Nabucco o La Traviata, sono riuscite a penetrare nella coscienza nazionale ed internazionale emozionando il pubblico di tutto il mondo e di tutte le epoche, dall’Ottocento ai giorni nostri.

    La contemporaneità delle opere di Verdi è sottolineata dal fervente interesse che i teatri di tutto il mondo esprimono nei confronti del genio del compositore italiano continuando a proporre i suoi lavori sempre con grande successo di pubblico. 

    Festival Verdi 2017: celebrazione del grande maestro e 150 anni dalla nascita di Arturo Toscanini

    Verdi fa sicuramente parte del nostro sentirci italiani ed è un passaporto di eccellenza della nostra cultura. La regione Emilia-Romagna è la terra del compositore operistico, ed ogni anno intorno al 10 ottobre, data di nascita di Verdi, Parma, Busseto e dintorni, le cosiddette Terre Verdiane, celebrano la sua figura con il Festival Verdi: una serie di  concerti, recitals, conversazioni con artisti e scrittori, nei teatri più importanti ma anche per le strade delle città e nelle case storiche.

    Quest’anno il programma del festival che si terrà dal 28 settembre al 22 ottobre, prevede la messa in scena di quattro grandi opere del maestro: Jerusalem e Falstaff al Teatro Regio di Parma, Stiffelius al Teatro Farnese di Parma, La Traviata al Teatro Verdi di Busseto a cui si aggiunge la composizione sacra Messa da Requiem con due date al Teatro Regio. Un’edizione particolarmente significativa quella di quest’anno, resa ancora più prestigiosa dalla commemorazione della nascita di un altro grandissimo protagonista della storia della musica mondiale nato proprio a Parma 150 anni fa: Arturo Toscanini, uno dei più importanti direttori d’orchestra di tutti i tempi.

    Per il secondo anno consecutivo, l’Assessorato Regionale alla cultura Emilia-Romagna, la Fondazione Teatro Regio, Parma Incoming (tour operator), e APT Servizi Emilia Romagna Tourist Board, si sono uniti per organizzare un grande road-show per la promozione internazionale del Festival, in collaborazione con Enit, l'Agenzia Nazionale del Turismo.

    Dopo una prima presentazione a Vienna, il road-show ha fatto tappa a New York nella romantica occasione del 14 Febbraio presso la sede dell'ENIT a Park Avenue. Un’occasione importante per celebrare il talento di Verdi e Toscanini ma anche la grandissima tradizione musicale, culinaria e gastronomica della regione Emilia-Romagna. 

    La presentazione è stata impreziosita dall’intervento di importanti personalità come il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, la Direttrice Generale del Teatro Regio, Anna Maria Meo, la Marketing Manager di Parma Incoming Nicoletta Perusin e Isabella Amaduzzi - Marketing Manager dell’APT. 

    Un road-show internazionale per la promozione del Festival.

    Entusiasta la direttrice Anna Maria Meo che così racconta l’esperienza del Festival e del road-show.

    “Da un paio di anni a questa parte siamo riusciti a programmare con largo anticipo la promozione del Festival. Lo scorso anno è partita a gennaio, quest’anno ad ottobre, c’è stato tempo per far circolare le informazioni sull’offerta culturale del Festival Verdi. Il road-show è stato inaugurato a Vienna all'Istituto Italiano di Cultura, abbiamo poi fatto un concerto a Basilea ma a New York è la prima tappa del tour statunitense che proseguirà a Chicago e poi a Toronto. Poi torneremo in Europa, a Monaco, Londra e Berlino per inserire il festival tra i circuiti dei tour operativi internazionali che trattano il pubblico di appassionati d’opera, i globe-trotter della musica.”

    La direttrice ha poi ricordato le personalità di Verdi e di Toscanini: “Parma è una città che ha questi due giganti della musica, Verdi della vicina Busseto, e Toscanini, un lascito importantissimo che Parma cerca di onorare al meglio. Sono 150 anni dalla nascita di Toscanini e proprio questa settimana il Teatro Regio ha ospitato una bellissima conversazione tra Riccardo Muti e Harvey Sachs, celebre musicologo, in un ricordo appassionato di questa figura che non è solo la figura di un musicista ma anche di un uomo dal grandissimo valore civile. Negli anni offuscati dal dramma del fascismo, Toscanini mostrò di non potersi e non volersi piegare, si auto esiliò pagando un prezzo personale a New York, dove fu apprezzato e osannato, dando un esempio straordinario che tutt’ora è molto vivo e ci inorgoglisce perché è un musicista che non ha mai separato l’arte dalla vita e quindi un esempio fulgido che ci fa ben sperare per il nostro futuro”.

    Emilia-Romagna: turismo musicale, arte, cultura ed eccellenza gastronomica 

    Un futuro nel quale il richiamo dell’opera di grandi maestri come Verdi e della cultura emiliana, sembra essere sempre vivo, come ci racconta Nicoletta Perusin, Marketing Manager di Parma Incoming.

    “L’attrazione per l’opera è sempre fortissima, esiste una nicchia di music lovers che sta crescendo e noi lo vediamo di anno in anno, aumentano i turisti stranieri da parte di tutto il mondo, dal Giappone, Australia, America ed Europa. Le persone magari non sono state a Parma ma sanno che Giuseppe Verdi è di lì e che c’è il Prosciutto di Parma ed il Parmigiano Reggiano, siamo onorati che grazie proprio a Verdi, Parma possa farsi conoscere nel mondo. Parma Incoming ha cominciato nel 2007 a promuovere il Festival Verdi nel mondo, a New York è la nostra quarta volta ed è sempre una delle mete più emozionanti. In questi anni abbiamo visto crescere il mercato statunitense ma abbiamo necessità di espanderlo. Parma presenta poi altri eventi come il Gola Gola! Food and People Festival. Parma è la prima città italiana creativa per la gastronomia insignita dall’UNESCO.”

    Musica, arte, cultura e gastronomia, l’Emilia Romagna è una terra ricca di diverse suggestioni, “è una regione che presenta un’offerta molto articolata e varia che abbraccia moti temi.” Ci dice infatti Isabella Amaduzzi, Marketing Manager dell’APT. “Il turismo culturale e l’offerta musicale operistica è uno dei nostri punti di eccellenza. Tra i nostri progetti abbiamo definito diverse linee di intervento tra cui quella che abbiamo chiamato La Via Emilia della Musica. Un percorso ideale che mette  insieme tutte le eccellenze del patrimonio artistico culturale e musicale dell’Emilia Romagna di cui il Festival Verdi è una delle punte di diamante. Anche Modena con Pavarotti, Casa Pavarotti ed il teatro, e Bologna, città creativa della musica insignita dall’UNESCO. Abbiamo anche il Ravenna Festival, altro importante evento legato alla musica e alle arti in generale. 

    Il presidente Stefano Bonaccini ci racconta il carattere emiliano

    La personalità emiliana traspare attraverso questi accenti di forte impatto culturale che ne definiscono l’identità di un popolo che si è forgiata all’insegna della qualità. Molto interessanti a tal proposito le parole espresse da Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia-Romagna, da noi raggiunto dopo la sua sentita presentazione del Festival Verdi e della sua regione durante la serata all’Istituto Italiano di Cultura di New York.

    “Questa è la storia di una terra che ha avuto protagonisti che sono assunti alla storia del nostro paese, è una terra che ha sempre saputo lottare e riprendersi da momenti molto difficili. Basti pensare che alla fine dell’Ottocento quando non esistevano ancora le regioni, l’area dell’Emilia-Romagna era una delle più povere del paese, e pochi sanno che nel primo dopoguerra alcune provincie che oggi sono quelle con la qualità della vita più alta in Europa erano tra le più povere d’Italia, anche più povere di molte delle provincie del Mezzogiorno. Le personalità di Verdi e Toscanini rappresentano la personalità di gente della nostra terra caratterizzate da una grande passione, un grande spirito di ricerca e di innovazione. L’Emilia-Romagna ha fatto della qualità la sua carta d’identità nel mondo, siamo quattro milioni e mezzo di abitanti, non siamo una regione così popolosa ma abbiamo delle eccellenze che sono riconosciute in tutto il mondo. Ricordiamo anche i motori, con i più grandi marchi al mondo di auto di lusso sportive come la Ferrari, una tradizione che nasce dall’ingegno della meccanica e dal capitale umano, non da dei robot. Anche i prodotti ergo-gastronomici sono delle eccellenze, siamo la regione in Europa con il più alto numero di prodotti IGP e DOP certificati, il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma fanno parte dei 4 su 44 che da soli fanno quasi la metà dell’economia dei prodotti IGP italiani. Tornando alla musica poi questa è la terra di Pavarotti ma anche di grandi cantanti e cantautori dell’era moderna della musica leggera italiana.”

    Una terra davvero tutta da scoprire e da riscoprire l’Emilia-Romagna, in tutti i suoi sapori. Sapori che sono stati offerti al pubblico alla fine della presentazione del Festival dal catering del Piccolo Cafe dello chef Michele Casadei Massari. Un gioiello della dining scene italiana newyorchese che offre agli americani la possibilità di gustare i piatti più tradizionali della cucina emiliana. 

     

     

  • Gourmet

    Slow Wine fa tappa da Eataly - cheers!

    Il Movimento Slow

    Slow Food è più di una semplice associazione, è una filosofia, uno stile di vita, un’attitudine. Il gruppo internazionale no profit, fondato in Piemonte nel 1986 da Carlo Petrini, si identifica come un movimento per la tutela e il diritto al piacere, un’antidoto alla follia universale della “fast life”. L’organizzazione si prepone di tutelare la biodiversità alimentare e di costruire significative relazioni tra produttori e consumatori nel segno del rispetto dei valori della terra, della genuinità e autenticità dei prodotti, della loro provenienza e specificità agroalimentare. La filosofia di Slow Food è stata subito sposata da Eataly fin dalla sua fondazione condividendone i principi fondamentali. Il movimento slow coinvolge ovviamente anche la produzione di vini, e quest’anno Slow Wine, il lungo tour che ha visto i piccoli e medi produttori di vini italiani impegnati a presentare le loro cantine nelle più importanti vetrine americane, è approdato a Eataly New York.

    Eataly e Slow Food festeggiano 10 anni di collaborazione

    Entusiasta dell’iniziativa Dino Borri, International Brand Ambassador e Head Buyer di Eataly USA, che ci racconta dei primi dieci anni di Eataly e di questa nuova collaborazione con Slow Wine.

    “Abbiamo appena compiuto dieci anni, festeggiamo anche la grande collaborazione con Slow Food che nasce a Bra dove sono nato anche io. Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, quando ebbe l’idea di aprire Eataly chiese a Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food, una consulenza per selezionare i migliori prodotti italiani da mettere nel negozio. Quello tra Slow Food e Eataly è un matrimonio che dura da dieci anni. Quest’anno abbiamo quindi deciso di proporre l’evento di Slow Wine, che è già stato in giro per gli Stati Uniti, da Eataly Downtown. Cercavamo uno spazio che fosse adatto ad ospitarlo. Noi non abbiamo mai fatto un evento del genere nei nostri negozi perché non sono spazi di vendita diretti per i produttori in cerca di distribuzione o buyers, ma questa location a Downtown ci ha permesso di avere i produttori anche in loco. Questi sono i produttori con con i quali noi lavoriamo normalmente. La nostra filosofia anche nel mondo del vino è quella di andare verso i piccoli produttori, ed è sempre legata alla terra e al territorio, ad una agricoltura sostenibile. Questo evento è un numero zero, un evento pilota. Stiamo discutendo per il futuro di farlo diventare un evento itinerante in tutti i negozi che abbiamo. Per ora abbiamo New York, Chicago e Boston ma presto apriremo a Los Angeles, Las Vegas e via di seguito. I produttori mi sembrano felici e il pubblico molto contento. Cheers!”

    95 produttori per una degustazione di oltre 100 vini

    Più di cento vini Italiani presenti alla tappa newyorchese di Slow Wine per un totale di 95 produttori alcuni già noti altri delle perle nascoste tutte ancora da scoprire. Romolo Algeni, importante sommelier di Paola’s Restaurant, storico ristorante italiano nell’Upper East Side, era presente all’evento e ci ha parlato di alcune dei vini che più lo hanno colpito: “Slow Wine è una realtà interessante e sta crescendo molto, noi la seguiamo in collaborazione con il Gambero Rosso. Ottime selezioni di vini e finalmente qualche siciliano emergente. Io adoro i vini siciliani, specie della zona dell’Etna che stanno crescendo e sono una conferma. Altrettanto la zona delle Marche sta crescendo molto, con il loro Verdicchio stanno completando la produzione. Toscana e Piemonte sono ormai i padroni e c’è qualcosa di nuovo anche nella zona della Campania.”

    Buyers, distributori e addetti ai lavori, hanno avuto l’opportunità di degustare alcune tra le eccellenze delle produzioni regionali oggi presenti in Italia. La tradizione dei vini italiani è d'altronde un trend riconosciuto in tutto il mondo ed una garanzia di altissima qualità.

    Le proposte più particolari 

    Tra i Siciliani spicca la famosa cantina Planeta, uno dei rappresentati dell'azienda ci racconta dell’importanza di essere presenti a Slow Wine: “Siamo distribuiti in tutti gli Stati Uniti da Palm Bay International che è un ottimo sostegno non solo a livello commerciale ma anche di pubblicità e marketing. La scelta di partecipare a Slow Wine è correlata all’immagine e all’importanza che questo centro ha. New York è il centro del mondo, non c’è alcun dubbio.”

    Molto interessante anche la cantina RoncSoreli (Collina del Sole in dialetto), 72 ettari adagiati sui Colli Orientali del Friuli. L'azienda viene descritta dalla sua rappresentante come "una medio piccola realtà che si trova nel comune di Prepotto, famoso per la produzione dello Schioppetino. Uno dei punti che certifica l’origine dei vini della cantina è che devono stare almeno dodici mesi in botte per questo li si trova in commercio il secondo anno di produzione, questo processo fa legno (gergo tecnico NdR), quindi hanno delle note e dei sentori molto particolari ed il vino non può mai scendere sotto i dodici gradi e mezzo. L’origine del vitigno ha la caratteristica della nota pepata e dei frutti del sottobosco, lo Schioppettino a differenza di altri vini può essere anche spumato. Abbiamo la Ribolla, il Friulano e anche il Merlot e il Sauvignon. Abbiamo anche una seconda linea, ABC, che è giovane, con un’etichetta ed un brand accattivante. Il Pinot Nero  per esempio non è di vecchia annata ma del 2016, indirizzato ad un mercato più fresco che non richiede vini troppo impegnativi.”

    La cantina è in cerca di una distribuzione negli USA così come molte altre presenti all’evento con lo scopo di attrarre buyers importanti e cercare possibilità di pubblicità e marketing. 

    Anche l’azienda Borgo Paglianetto è in cerca di rappresentanza. Questo vitigno si trova nel cuore delle Marche, nella zona famosa per il Verdicchio. “Terra Vignetta è il nostro vino d’ingresso”, ci racconta uno dei rappresentanti, “una versione molto fresca e peperina, poi abbiamo l’Ergon lavorato secondo la certificazione biodinamica e infine il Vertis, la rappresentazione migliore della complessità e dell’equilibrio della nostra gamma. Tutti i nostri Verdicchio sono in purezza, lavorati in acciaio.”

    Perfettamente in Slow Wine mood è anche l’azienda vinicola Mossio, situata presso Rodello, Piemonte. Una realtà a conduzione famigliare che fa della tradizione il suo punto di forza. Una storia importante quella della famiglia Mossio, come ci racconta Valerio, uno dei due fratelli che oggi gestisce l’azienda: “Io sono viticoltore da quattro generazioni. Ho sette ettari di Dolcetto, uno di Nebbiolo e uno di Barbera. Abbiamo quattro tipologie di Dolcetto, uno di vigne vecchie quindi molto particolare. Sposo in pieno il sistema Slow Food che è fantastico per noi piccoli produttori proprio perché rispetta molto le biodiversità anche per una piccola azienda come la nostra che produce solo cinquanta mila bottiglie. Il vino fa parte della nostra famiglia, della nostra vita, è nel nostro DNA. I nostri nonni hanno fatto dei sacrifici. Loro vendevano il vino per la necessità di mangiare, io lo vendo per la necessità di piacere.”

    Slow Wine conferisce anche delle certificazioni ai vini che più ne rappresentano le caratteristiche e lo spirito. È il fortunato caso del distributore Indie Wineries, i cui vini italiani hanno ricevuto la certificazione. Accanto ai vini italiani una bella sorpresa quest’anno, il distributore Indie ha portato all’evento Slow Wine anche dei vini sloveni. Ce ne parla con entusiasmo Rosanna Chella, Marketing, “noi presentiamo tredici aziende, tutte quelle che negli anni precedenti hanno ottenuto una certificazione da Slow Wine, c’è grande visibilità per questi piccoli produttori che rispecchiano la filosofia di Slow Wine. Per la prima volta Slow Wine ha inserito i vini sloveni, ne sono felce, io personalmente sono una grande fan di questi vini.”

    Un viaggio attraverso l'Italia per le strade del vino

    Queste alcune delle proposte più particolari ma l'evento è stato veramente ricco e variegato, un viaggio alla riscoperta dell' Italia, delle sue terre, dei suoi aromi ed i suoi sapori impregnati nella piacevole ebrezza del vino.

    Una giornata effervescente che ha celebrato questo nuovo matrimonio tra Slow Wine ed Eataly, un’accoppiata vincente che si ripromette di avere lungo corso e di far brillare sempre di più l’eccellenza dei prodotti italiani nel mondo. Cheers!

     

  • Facts & Stories

    Slow Wine Stops by Eataly - Cheers!

    Slow Food Movement

    Slow Food is more than just an association: it’s a philosophy and a way of life. Carlo Petrini founded the international nonprofit group in 1986 in Piedmont, Italy. His organization identifies itself as a movement to “prevent the disappearance of local food cultures and traditions, and to counteract the rise of fast life.” The organization also looks to build relationships between producers and consumers, teaching both groups to understand the origins of authentic products and to respect the planet–including protecting biodiversity. Upon its founding, Eataly shared the same fundamental principles as Slow Food and immediately adopted its philosophy. As it also includes wines, the slow movement is about more than just food products. Before arriving in New York, the wine tour had seen both small and medium-sized Italian winemakers present their wine collections in some of the most important American showcases.

    Eataly and Slow Food Celebrate 10 Years Together

    Dino Borri, International Brand Ambassador & Head Buyer of Eataly USA, and fan of the wine initiative, told us a bit about Eataly’s first ten years and its new collaboration with Slow Wine: “We just finished our tenth year, and we’re celebrating not only our anniversary but also our great collaboration with Slow Food. The Slow Food movement was born in Bra, which also happens to be where I was born. When the founder of Eataly, Oscar Farinetti, had the idea to open Eataly, he asked the founder of Slow Food, Carlo Petrini, for advice in selecting the best Italian products to put in the new store.

    The marriage between Slow Food and Eataly is ten years strong, and we decided to host the Slow Wine event this year. It has already been hosted in other cities across the United States. We realized that our Eataly Downtown location was the perfect space to host it. We never had an event like this in our stores because they aren’t spaces for producers to hunt for buyers or distribuitors. However, our Downtown location also allowed us to host the producers, who we normally work with, for this event.

    Our philosophy, and it applies to wine as well, is to gravitate toward small producers that care for the land, the planet, and sustainable agriculture. This event is a pilot event; we’re talking about making it a traveling event between all of our stores. We currently have locations in New York, Chicago, and Boston, but we are soon opening one in Los Angeles, and following that, another in Las Vegas. The producers seem happy, and the public is also very content. Cheers!”

    95 Producers for more then 100 Wines Degustation

    There were more than one hundred Italian wines and 95 vineyards, some well-known, others hidden gems. Romolo Algeni is an important sommelier from Paola’s Restaurant, a historic Italian restaurant on the Upper East Side. Algeni attended the event and spoke to us about some of the wines that struck him the most: “Slow Wine is an interesting entity, and it’s growing a lot. We’re following it in collaboration with Italian Food and Wine magazine Gambero Rosso. There is a great selection of wines, and we’re finally seeing some Sicilian ones. I love Sicilian wines; there are some varieties near Etna that are growing, and it’s proof of the strengthening Sicilian wine industry. Wine production in the Marche region is also growing with its Verdicchio. There’s also something new in the region of Campania. Right now, Tuscany and Piedmont are the leaders.”

    Buyers, distributors, and other professionals had the opportunity to sample excellent regional Italian wines. The Italian tradition of winemaking is world-renowned, and it’s indicative of high quality.

    A Unique Selection

    Among the Sicilian wines, Planeta’s really stand out. One of their representatives spoke with us regarding the importance of being present at Slow Wine: “Palm Bay International distributes our wines all over the United States, and it's a great resource, not only on a commercial level but also for publicity and marketing. We chose to participate in Slow Wine because of New York’s image and importance; it is, without a doubt, the center of the world.”

    Another interesting winery is RoncSoreli. It’s comprised of 72 hectares of land situated in the wine-producing region of Colli Orientali del Friuli. The representative who we spoke with described it as “a small entity in the comune of Prepotto that’s famous for its production of Schioppetino. One of the things that certifies wine originating from this vineyard is that it stays in the barrel for at least twelve months, at no less than 12.5 degrees Celsius, before it’s ready to be sold. This process gives the wine its characteristics, such as its particular wooden note. This variety of Schioppetino contains a hint of pepper and berries, and unlike other wines, it can be sparkling. We have Ribolla, Friulano, Merlot, and Sauvignon, and we also have a new attractive brand called ABC. The Pinot Nero isn’t dated; it’s from 2016, and it’s targeted toward a younger market that doesn’t seek wines that are too grandiose."

    RoncSoreli is looking to distribute in the US, as are many of the other wine producers present at the event. They came hoping to gain publicity and attract important buyers.

    Borgo Paglianetto is yet another winery in search of publicity. It’s based in the heart of Marche, specifically in the area famous for its Verdicchio wines. One of their representatives tells us, “Terra Vignetta is our ‘entry wine.' It’s fresh and lively. We also have Ergon, which is made according to biodynamic certification standards. Finally, we have Vertis, which represents both complexity and balance. All of our Verdicchio wines are pure and are made in steel.”

    In the true spirit of Slow Wine, the wine producer Mossio is a family-run business based out of Rodello, Piedmont. Valerio, one of the two brothers who runs the business today, tells us that the Mossio family has quite a history: “I represent the fourth generation of wine makers in my family. I have seven hectares of Dolcetto grapes, one of Nebbiolo grapes, and one of Barbera graps. We have four different types of Dolcetto, one of which is made from old vines and is therefore unique. I truly believe in the Slow Food movement. It’s fantastic for small producers because it respects biodiversity, which is great for a small business like us that produces only 50,000 bottles. Wine is a part of our family and our life. It’s in our DNA. Our grandparents made sacrifices; they sold wine in order to put food on the table. I sell it for pleasure.”

    Slow Wine also confers certifications to the wines that best represent the movement’s core values. Indie Wineries is a company that was fortunate enough to have received this certification for its Italian wines. In addition to Italian wines, Indie Wineries decided to surprise the crowd this year by also bringing Slovenian wines. Rosanna Chella, Indie Wineries’ marketing, enthusiastically spoke to us about this decision: “We are presenting thirteen different brands, all of which have previously obtained a Slow Wine certification. There’s a lot of visibility to be had for small producers that respect the Slow Wine philosophy. For the first time, Slow Wine has included Slovenian wines, and we’re very happy about it. Personally, I really enjoy these.”

    A Passage to Italy Through the Streets of Wine

    These accounts represent some of the most intriguing stories we heard, but the event as a whole was truly like taking a trip to Italy–with its scents and its flavors soaking in the drunken pleasure of wine.

    It was an outstanding day that celebrated the new marriage between Slow Wine and Eataly, a pairing that is sure not only to last but also to highlight the excellence of Italian products worldwide. Cheers!

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