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New York, 2 giugno 2011. La cornice è il bellissimo Cipriani, un'antica banca nel cuore di Mahanattan trasformata in sala da ricevimento, l'occasione la festa della Repubblica.
Sessantacinque anni sono passati da quando il 2 giugno del 1946 il popolo italiano votò sì per la Repubblica, chiudendo una parte importante della storia d'Italia: la Monarchia Sabauda, sovrana dal 1861 cedeva il passo ad una nuova figura...quella del Presidente della Repubblica. Il primo ad essere eletto fu Enrico De Nicola, l'ultimo Giorgio Napolitano.
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Quest'anno a Roma capi di stato, di governo e rappresentanti di istituzioni internazionali hanno partecipato al pranzo al Quirinale; New York, grazie soprattutto al lavoro del Consolato Generale, non è stata da meno. La comunità italo-americana, italiani ed amici del nostro paese hanno passato una piacevole serata a festeggiare insieme una data così importante.
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Ad aprire la festa sono stati i ragazzi della Scuola d'Italia 'Guglielmo Marconi' ed i bambini della scuola cattolica 'Our lady of Lourdes' di Harlem, che hanno cantato l'inno americano, l'inno europeo e l'inno italiano. Sembra, dunque, sia che si tratti del Quirinale sia che di città all'estero, che le celebrazioni del 2 giugno si siano davvero all'insegna dell'incontro tra paesi ed istituzioni. È l'Italia che si racconta come stato unito, democratico e repubblicano e la sua gente che si unisce, anche oltreoceano, per festeggiarla.
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L'Italia viene descritta, nelle parole della madrina della serata l'attrice, Melba Ruffo di Calabria, nella bellezza della sua natura, nella varietà dei suoi paesaggi e nella ricchezza del suo patrimonio artistico: “Più che un paese, l'Italia è un'emozione. Noi tutti porteremo avanti l'immagine del bel Paese ovunque siamo; stasera lo facciamo a New York, dove la comunità italiana ha un ruolo molto importante”.
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Segue il discorso del console generale Francesco Maria Talò: “ Oggi è un giorno speciale perchè ricordiamo l'unità di una nazione giovane che ha una storia antichissima. Qui in particolare festeggiamo il legame tra americani ed italiani. Unità non significa uniformità: alla formazione della nostra cultura hanno contribuito aspetti spesso diversi tra di loro, come è accaduto per la cultura americana, ed è proprio questo che rende le culture dei due paesi così uniche e simili. La comunità italo-americana fa da ponte tra i due paesi; il collante che unisce le sue persone è un cuore di valori condivisi che ci permette di lavorare insieme. Ho avuto la possibilità di essere qui a New York l'undici settembre 2001 ed in quella occasione noi abbiamo sentito di essere tutti newyorkesi. A distanza di dieci anni nulla è cambiato di quel comune sentire”.
p { margin-bottom: 0.08in; }A fatto seguito il discorso del console
Talò: “ Oggi è un giorno speciale perchè festeggiamo l'unità di
una nazione giovane che ha una storia antichissima. Qui in
particolare festeggiamo il legame tra americani ed italiani. Unità
non significa uniformità: alla formazione della nostra cultura
hanno contribuito aspetti spesso diversi tra di loro, come è
accaduto per la cultura americana, ed è proprio questo che rende le
culture dei due paesi così uniche e simili. La comunità
italo-americana fa da ponte tra i due paesi; il collante che unisce
le sue persone è un cuore di valori condivisi che ci permette di
lavorare insieme. Ho avuto la possibilità di essere qui a New York
l'undici settembre 2001 ed in quella occasione noi abbiamo sentito di
essere tutti newyorkesi. A distanza di dieci anni nulla è cambiato
di quel comune sentire”
p { margin-bottom: 0.08in; }“Oltre a festeggiare la festa della Repubblica quest'anno ricordiamo i 150 anni dell'Unità di un paese che ha comunque le sue contraddizioni. L'Italia ha visto consumarsi sul suo territorio le assurdità dell'olocausto, di cui vogliamo mantenere vivo il ricordo insieme alla comunità semita italiana di New York, rappresentata stasera da Stella Levi (sopravvissuta alla tragedia e membro del Centro Primo Levi) ”, ha aggiunto il console.
Ha spiegato poi la scelta dei simboli adottati per la serata: “All'incontro dei capi di Stato con Napolitano al Quirinale, il vice presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha omaggiato il nostro presidente con un regalo speciale: una lettera di Garibaldi inviata a Lincoln. Coincidenza ha voluto che anche noi scegliessimo stasera le immagini di questi due uomini di stato come icone della nostra festa. Si tratta di figure importanti nella lotta per l'unità dei rispettivi paesi, che possono essere accomunati da molti valori condivisi”.
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Il discorso del Console, che è in procinto di lasciare New York per nuovi incarichi, si è concluso con le sue commosse riflessioni sugli anni trascorsi “È la quarta volta che sono qui con voi a festeggiare il 2 giugno, ma sarà purtroppo l'ultima. Manterrò un bellissimo ricordo dell'America e soprattutto di voi, che rappresentate la forza dell'Italia e di New York; voi siete stati la mia spinta in tutte le attività svolte in questi anni....e a voi vanno i miei più sentititi ringraziamenti”.
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I saluti finali sono stati rivolti al cardinale Egan, all'arcivescovo di Brooklyn monsignor Di Marzio, all'Ossevatore Permanente per la Santa Sede alle Nazioni Unite Francis Chullikatt. Questi, insieme a tutti gli ospiti della serata, hanno avuto modo di vedere la Madonna di Pietranico esposta per l'occasione in una saletta attigua. Si tratta di una bellissima scultura in terracotta del XV secolo fortemente danneggiata dal terremoto d'Abruzzo e restaurata grazie alle donazioni della comunità italo-americana, raccolte dall'Italian American Museum fondato da Joseph Scelsa.
Hanno partecipato al galà anche rappresentanti del City Council di New York, il neo-cavaliere Thomas P.Di Napoli, Silvana Mangione ed Augusto Sorriso per il Consiglio Generale degli italiani all'estero, i presidenti dei Comites di NY Cianfaglione e del comites del New Jersey Paolo Ribaudo, Andrea Barbaria, Console di Newark nel NJ.
Sul palco con il Console Generale anche il direttore dell'Enit Riccardo Strano, il direttore dell'Istituto di Cultura Italiana Riccardo Viale ed Aniello Musella, direttore della Istituto Nazionale per il Commercio con l'estero a NY.
Ospiti dall'Italia le gemelle Silvia e Laura Squizzato attrici nel film “Gianni e le donne” di Gianni di Gregorio presentato in questi giorni al Lincoln Center per festival Open Roads
La cerimonia si è conclusa con la proiezione delle immagini dei festeggiamenti a Roma, in gentile concessione del servizio televisivo RAI, per creare un ponte di collegamento diretto con l'Italia e la capitale. Rimaneva da dire solo una cosa, il motto finale: W l'Italia!