Gabriele Salvatores torna al cinema con un film sul senso della comicità e lo fa in un periodo in cui far ridere è . Parliamo di Comedians, in uscita il 10 giugno nelle sale italiane con 01 Distribution. "Avrei dovuto girare un film in costume , ma troppo complicatp in tempi di pandemia", ha commentato il regista premio Oscar con mediterraneo.
"Mi sentivo e mi sento responsabile per le persone con cui lavoro. Allora ho provato a pensare a un film più contenuto nei personaggi e nei luoghi, qualcosa che venisse dal teatro. E un testo che ho amato e che a teatro aveva avuto molto successo lo avevo: Comedians! Così ho proposto a Griffiths di ada,arlo per il grande schermo, e lui con grande entusiasmo mi ha risposto: “Go ahead with all speed. You'll do it well. Cioè vai a tu,a birra, andrai bene.”
Scritto nei primi anni sessanta dal rammaturgo inglese Trevor Griffiths, l’opera debutto il 20 febbraio 1975 al Nocngham Playhouse, e da lì girò il mondo. Nel 1985 Gabriele Salvatores lo portò al Teatro dell’Elfo di Milano con un cast di giovani attori tra cui Paolo Rossi, Silvio Orlando, Claudio Bisio.
"A quei tempi, eravamo giovani alla ricerca del successo, spericolati, anarchici, irregolari e affamati di successo. Nelle nostre mani il testo si trasformò in un contenitore per una sarabanda di gags e batture comiche, a volte improvvisate sul palco, come nel Jazz.
Oggi, rileggendolo, il testo di Griffiths mi mostra il ‘dark side of the moon’, il lato più malinconico.
Sei aspiranti comici stanchi della mediocrità delle loro vite, al termine di un corso serale di stand-up comedy si preparano ad affrontare la prima esibizione in un club. Tra il pubblico c'è anche un esaminatore, che sceglierà uno di loro per un programma televisivo.
Il regista decide di rimanere fedele all testo originale perchè l'opera di Trevor Griffith non è divertente. Si ride delle battute mal assortite, inopportune e mal preparate ma dietro si cela la disperazione di uomini che cercano pateticamente di elevarsi al di sopra della loro posizione.
La vicenda si svolge in una triste e squallida aula pubblica in una notte molto piovosa che diventa l'immagine di fondo della vita quotidina dei lavoratori della classe operaia per spostrarsi in un altrettanto squallido music club dove gli stessi uomini si scontrano con la realtà delle loro esistenze. Quidi si infrange il tentativo di sfuggire a vite che sono a tutti gli effetti una routine.
Un adattamento teatrale che pur risalendo al 1976, è molto attuale. Ancora oggi il testo mette in discussione l’uso di stereotipi e dei pregiudizi per far ridere o per rimuovere un problema. "La comicità è una cosa seria, e oggi rispetto agli anni settanta, rischia di soccombere al politicamente corretto". L’obiezione principale è quella che intacchi la libertà di espressione, una forma di ipocrisia, insomma. Per Salvatores è una questione di equilibrio tra buon gusto e offesa. "Il confine è sottilissimo e va considerato, ma certe cose siamo andati un po' oltre. E' veramente ridicolo pensare che oggi sui set di Hollywood ci sia la presenza del Gender Manager".
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