Tempo d’estate, tempo di sagre, di feste di paese e processioni, il sacro si mischia al profano in quell’antico e sempre attuale bisogno di dare gloria al cielo e un po’ di allegria alla terra non sempre quieta. Processioni, qualcuna un po’ particolare, come quella di qualche giorno fa nei pressi di Nola, abbandonata da preti indignati, o di altre ancora nella stessa settimana, a Corleone, anch’essa con santi a spasso costretti a ballare alle porte dei mafiosi. "È il diavolo che ci mette le corna", si è affretato a dire un vecchio confratello.
Diavolo, persona o idea, sta per divisore tra giusto e ingiusto, tra verità e menzogna. Divisore, già, ma esisterà il diavolo? Può darsi, la Chiesa ci crede e per questo ci credo anch’io.
Di sicuro ci credono quelli che con il diavolo ci fanno affari, che da sempre usano le sue corna per intrattenere platee ignoranti, per fregare i poveri fessi che del diavolo hanno paura e sottomettere al proprio potere i loro fanatici adepti. Perfino tra i preti è possibile trovare chi riesce a riempire chiese più con la paura del diavolo e del suo inferno, che con la gioia del paradiso e la verità del vangelo.
L’esistenza del diavolo, così concepita, conviene al potere corrotto qualsiasi veste indossi, che sia clericale, politico o altro, serve ai catastrofisti di ogni tempo per giustificare il male inevitabile e senza rimedio.
Serve soprattutto a chi ha bisogno di un escamotage soprannaturale per indebolire le responsabilità personali, per trovare alibi a scelte sbagliate e camuffare la realtà a proprio vantaggio.
Serve a chi sostiene che esiste il potere del male in lotta con il bene che senza un prodigio, una formula liberatoria è impossibile che vinca.
È chiaro che la parola liberatoria è nelle mani di santoni, a uso di maghi, fattucchieri, farabutti e furfanti, i quali hanno bisogno del diavolo per il loro ministero o mestiere, per dir si voglia, senza il quale il loro potere è inutile, non vende.
Esisterà il diavolo? Di sicuro, se esiste, non ha niente a che vedere con questi quattro mediocri mistificatori che trovano facili clienti nei templi dell’ignoranza. Se il diavolo c’è abita altrove.
Abita nelle responsabilità di chi ha permesso che per troppo tempo, e ora fa fatica a ripristinare il sacro costume, che quelle processioni dei giorni scorsi, e quelle tante ancora che si ripetono senza onore della cronaca, fossero appannaggio di sacrilega marmaglia, più devota al boss della camorra che allo stesso santo che portano a spalle, costretto, suo malgrado, a inchinarsi dinanzi alla cosca e al suo capo.
nulla dicono a chi ha fatto il patto con il diavolo, la Chiesa volti pagina e dica basta a ciò che non è fede, non pensi di voler “purificare” a suo vantaggio anche l’inferno, cancelli definitivamente dal suo vocabolario “superstizione”, “simonia”, “idolatria” e per incanto le “corna del diavolo” non saranno più né un alibi, né un problema.
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