Premio Gino Gullace, una scultura dell'artista Silvio Amelio, per eccellenza in giornalismo.. al senatore, deputato del Pd e giornalista Italiano Furio Colombo. Il premio è stato consegnato presso la Casa Italiana Zerilli Marimò è stato conferito dall’Associazione Magna Grecia di New York, della quale Gino Gullace è stato ispiratore.
“Questa iniziativa dell’associazione Magna Grecia affronta un tema centrale non solo per il nostro paese ma per tutti i paesi del modo. Si tratta dello stretto legame tra democrazia e legalità. Un tema di fondamentale importanza” afferma Stefano Albertini, direttore della Casa Italiana Zerilli-Marimò.
Il pomeriggio era iniziato con un simposio dal tema “Democracy and Legality” di cui lo stesso Furio Colombo è stato il moderatore. Al convegno hanno preso parte giuristi italiani e americani, da Luca Palamara ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, al giudice Rhonnie Jaus, all’avvocato patrocinante in Cassazione Tommaso Manferoce, ilngiudice Mike Pesce.
“L’occasione che ci è data è grande e importante” commenta il noto giornalista Furio Colombo “ nel momento in cui pronunciamo la parola democrazia, pronunciamo inconsciamente anche quella di legalità. La parola legalità infatti contiene le regole che fanno si che la democrazia esista e che sia garantita”.
Il fatto che non esista democrazia senza legalità sembra quasi un concetto intuitivo, anche se in realtà presenta delle sfaccettature molto più delicate di quanto si possa pensare.
Intaccare la legalità di un paese democratico significa intaccare la sua democrazia, ovvero rendere difficile o confuso il funzionamento delle sue istituzioni. Tutto ciò spiega molte delle cose che sono accadute in Italia.
“Il nostro è un paese ferito in cui si è combattuto appassionatamente grazie al sistema costituzionale e giudiziario per mantenere integra la legalità nella pienezza del suo sostegno alla democrazia” continua Colombo, “questo incontrarci oggi tra italiani e italo-americani e tra persone a cui il destino dell’Italia sta a cuore è molto importante per le persone che vi partecipano”.
Il simposio è infatti la continuazione di un altro che si tenuto in Italia a dicembre del 2012 a Roma sul tema del restauro della cultura della legalità nella vita pubblica italiana e, in special modo. in Calabria. Un convegno al quale parteciparono esponenti di primo piano della lotta alla criminalità in Italia e negli Stati Uniti di cui tra gli organizzatori l’ex direttore dell’FBI Louis Freeh e come ospite il giudice Nardini.
Che la mancanza di legalità, associata troppo spesso alla corruzione, sia uno tra i problemi centrali nel sistema italiano ce lo spiega anche il Giudice Michael Pesce, giurista americano che analizza l’Italia nella doppia veste di italiano e giudice americano.
“Leggendo i giornali o guardando la televisione ci si può rendere conto di come la corruzione sia un problema di tutti i giorni. Ormai ed è una macchia diffusa in tutto il mondo.
La corruzione sta cambiando i principi della democrazia e mi ha fatto davvero male vedere cosa sia successo in Italia negli ultimi venti anni” ci racconta il giudice Pesce che spiega come tutto intacchi negativamente la reputazione dell’Italia. Il giudice ci spiega infatti come ad esempio il New York Times troppo spesso orami non pubblichi notizie dell’Italia a meno che non si tratti di qualcosa di buffo, scandalistico o problematico.
“Ho comunque la speranza e la certezza che l’Italia possa risolvere i suoi problemi e possa rialzarsi” commenta ancora Michael Pesce che sostiene che tutto ciò si può ottenere attraverso le persone, le stesse persone che hanno il potere di votare e quindi di eleggere . “Cambiare è possibile, ma è la gente che deve alzare la voce” conclude il Giudice.
La corruzione sembra quindi essere non più un campo a se ma un’infezione che pare aver raggiunto molti aspetti vitali del nostro paese. Il lavoro di giudici come il procuratore aggiunto Luca Palamara risultano dunque essere di vitale importanza per il futuro dell’Italia.
Palamara ci racconta come l’Italia si sia evoluta negli ultimi venti anni e con lei anche concetti fondamentali come quelli di democrazia e legalità.
Anno focale il 1992, momento in cui si inizia ad affrontare la corruzione, fenomeno dilagante e caratterizzante in quel periodo.
Due erano le figure fondamentali a creare il meccanismo corruttivo agli inizi degli anni novanta: i partiti politici e il corruttore, molto spesso un imprenditore privato. La corruzione era quindi inizialmente limitata alla figure degli imprenditori che sovvenzionavano illegalmente la classe politica italiana. Questo processo si è poi propagato a macchia d’olio incorporando molti altri settori della vita dello stato.
“In un periodo storico in cui la corruzione è diventata sistemica il ruolo della magistratura è stato quello di cercare di riportare la legalità violata, perché è solo in questo modo che si può ripristinare poi la democrazia” ci spiega Palamara.
“Per rendere la lotta alla corruzione seria ed efficace è necessario che non venga portata avanti solo da una componente dello stato ma che al contrario si crei un impegno congiunto di magistratura, classe politica, potere legislativo ed esecutivo”.
Palamara infatti sostiene che tutto ciò è proprio quello che è venuto a mancare. Un’Italia in cui la lotta alla corruzione è stata portata avanti esclusivamente dalla magistratura in un periodo storico in cui la debolezza del sistema politico italiano strumentalizzava le indagini che la magistratura faceva, dando un colore politico ad ogni azione giudiziaria che veniva intrapresa.
“Oggi viviamo una situazione differente, dal Novembre 2012 abbiamo vissuto un tentativo di cambiamento con un’importante legge varata dal governo italiano contro la corruzione” continua Palamara “La presenza di importanti personalità in questo incontro e anche l’importantissimo ruolo svolto da Furio Colombo in questo istituto segnano un punto di partenza per riproporre tematiche importanti non solo negli Stati Uniti ma anche nel nostro paese dove la diffusione della cultura alla legalità dovrebbe essere il primo tema su cui investire “ conclude il procuratore.
La parola passa poi all’Avvocato Tommaso Manferoce che ci ha guidati dal diritto, considerato nella sua accezione più astratta ossia come ideale delle cose che dovrebbero accadere al diritto civile che invece rende questo rapporto immediatamente esecutivo.
L’Avvocato Manferoce ci spiega come alla base della democrazia vi sia l’osservanza delle regole. Il rispetto delle regole è sempre accompagnato ad un rispetto dei valori dai quali un sistema democratico non può prescindere. “Le regole che stanno alla base delle democrazie sono sempre state prodotte dalle lotte per grandi ideali” commenta Manferoce. Si tratta infatti di ideali fondamentali come l’uguaglianza che sta alla base della democrazia o la reversibilità di ogni decisione, le decisioni definitive infatti sono proprie dei regimi.
“Non bastano buone regole” conclude l’avvocato “sono necessari uomini che agiscano e ancor prima acquistino una sensibilità che sia un tutt’uno con lo spirito delle regole. Educazione alla legalità significa educazione alla democrazia”.
Il giudice Rhonnie Jaus ci offre poi una differente prospettiva riguardo alla legalità e alla democrazia parlandoci di casi di abusi di minori, di traffico di esseri umani e schiavitù sessuale . “Ci sono molte leggi per cercare di arginare questi fenomeni” ci spiega la Jaus, “ma nella nostra democrazia la cosa importante è essere coscienti di questi abusi, è l’unico modo per renderli liberi”.
Conclude l’incontro Furio Colombo definendo l’evento come una “riunione di patriottismo”.
“Quando si dice che coloro che combattono la corruzione non fanno altro che diffamare il paese si dice esattamente il contrario della verità” continua Colombo “L’Italia ha i suoi strumenti di salvezza che sono magistrati, giornalisti e politici. Non è ancora calato quel grande sonno che è causa della fine della libertà. La vitalità con cui molti reagiscono alla corruzione che tormenta il loro paese testimonia che l’Italia è viva, ha un futuro e merita tutto il rispetto che avrà nel momento stesso in cui sarà sconfitta questa malattia”.