Una semplicità che poche donne di successo sanno mantenere. Nei suoi occhi sempre serenità e consapevolezza, intensa curiosità. Scruta gli interlocutori con dolcezza.
Mi sorprende sempre la sensazione di familiarità e generosità con cui accoglie chiunque. Anche quando parla da sopra un palco, di fronte ad una platea. Ha un’infinita capacità di raccontare, lo fa da autrice e studiosa, ma è anche una persona splendidamente autentica. E un’altra cosa di lei mi colpisce da sempre: la sua intensa e perenne femminilità.
Dacia Maraini, scrittrice, critica, drammaturga, editorialista di diverse testate, è uno dei nomi della letteratura italiana più tradotti nel mondo. Sempre in prima linea si spende da decenni in temi sociali, mantenendo costante il proprio impegno femminista.
Questa volta la vedo parlare a New York - presso la Casa Italiana Zerilli-Marimò – dopo l’introduzione dal direttore Stefano Albertini, del suo ultimo lavoro: “Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza”.
L’accompagna in questa presentazione la studiosa di NYU, Jane Tylus, tra le sue opere: “Reclaiming Catherine of Siena’.
In “Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza” Maraini racconta di una donna mistica in un percorso non solo di santità, ma anche di grande dignità e umanità.
Mi fermerò a riflettere con la scrittrice al termine dell’evento. Questo mio articolo vuole raccontare il suo libro passando attraverso tre momenti: la mia lettura, le parole scambiate personalmente con la scrittrice, un breve resoconto dell’incontro pubblico.
Quella di Chiara è certo la storia di quella giovane donna che, a piedi scalzi, seguì Francesco d’Assisi per vivere in povertà. Ma, se leggete il romanzo, vi rendete conto che è anche il racconto di una ragazza che, di pagina in pagina, entra lievemente nel nostro mondo e si fa scoprire attuale.
“Possiamo guardala con gli occhi di oggi la sua decisione della poverta” mi dice Maraini “quello che lei chiamava ‘privilegio della poverta’ è un passo molto importante. Non possedere nulla. Un’idea molto profonda del possesso come limite. Chi non possiede è libero. In un mondo come quello di oggi, dove se non possiedi sembri non valere niente, è un bel esempio da seguire”
Il percoso che l’autrice ci fa intraprendere nel suo romanzo è affasciante, ricco di curiosità storica e umana. Il suo approccio è intellettuale ma denso di tenerezza. Da donna a donna, con Chiara.
Sotto i nostri occhi la sua profonda religiosità laica nel raccontare quella libertà di Chiara di essere "nudi al mondo". Con le sue descrizioni e introspezioni, la scrittrice stuzzica anche la capacità e la necessità di trascendere dentro di noi, di trovare a nostra volta una via verso una nostra religiosità, un senso religioso. Che si creda o no.
E non a caso nella sua conversazione la laica Dacia Maraini, citando Benedetto Croce, dice: “Non possiamo non dirci cristiani.”
Il suo interesse per il Cristianesimo e la Chiesa soprattutto medioevale, racconta al pubblico, la rende estremamente rispettosa. “Sono tanti anni che mi occupo delle mistiche - mi dice quando le chiedo perchè questo libro - sono arrivata a loro attraverso la letteratura che hanno scritto. Ci sono cose straordinarie, purtroppo poco conosciute e tenute chiuse nei conventi. Dunque, attraverso la letteratura, sono arrivata anche alle persone. Una di queste è Chiara, una donna di grande forza e di grande energia di intelligenza e soprattutto un modello di idealismo “
Di Chiara dice: “Ha una grande dignità. E’ stata la prima donna a scrivere una regola. Lei contrastò l’organizzazione apicale del convento che non era diversa da quella della società dei suoi tempi. Si impose perchè non esistessero gerarchie e perchè tutte le consorelle fossero uguali. Lei per prima fece i lavori più umili. La Chiesa allora era era ricchissima, potente, era un vero impero.” La disobbedienza di Chiara quindi va considerata all’interno di un consapevole percorso.
“Chiara narra un’Italia che conosciamo poco, autonoma e misteriosa, ma non senza rispetto dell’ordine.” dice nel corso della presentazione . Si perchè Chiara, come San Francesco, voleva rinnovare la Chiesa disobbedendo, ma rimanendo al suo interno.
Mi dice “ La disobbedienza di cui parlo/parla non riguada il proprio egoismo. E’ un fatto etico. Ricorda Antigone. Disobbedisci alle legge umana, terrena per il rispetto di una legge più importante: quella della coscienza.”
E la povertà diventa per la santa strumento potente di libertà. “Viviamo in una società dove il denaro da il potere. Quello di Chiara è un insegnamento che vale fino ad oggi.”
Perchè scrivere questo libro? E quanto c’è di Dacia in Chiara? La santa era una donna coerente, democratica, fedele al suo ideale fino alla fine.
La scrittrice mi risponde: “Per esempio l’ammirazione per l’idealismo in un Paese come l’Italia che attraverso gli stereotipi è conociuto per essere poco idealista. Io penso che pesonaggi che hanno portato fino in fondo i loro ideali vadano conosciuti meglio”.
La conversazione sul palco dell’auditorio della Casa Italiana tocca temi legati al misticismo, alla storia di Chiara ma anche alcune testimonianze della vita di Dacia Maraini. Come il ricordo di quando fu rinchiusa, insieme alla sua famiglia, in un campo di concentramento. Non sono mancati neanche cenni a temi come la mafia (ricorda il giudice Falcone) e dichiarazioni di grande speranza per un Italia piena di risorse.
E naturalmente è venuto in mente il nuovo Papa . “Ho trovato molto di Papa Francesco in questa storia. Il nuovo pontefice si ricollega a quella tradizione che ritorna alla parola di Cristo. Non si parla di Guerra, di odio, di violenze. Ma di amore e dialogo. Credo che questo Pontefice ci stia provando nel modo giusto. E questo è un importante messaggio per tutti, anche per chi non crede.”
E grazie alla mia - confesso notturna – intensa lettura del romanzo aggiungo altre due considerazioni sul percorso di Chiara che Maraini ci ha raccontato con grande letteratura.
Ancora oggi noi donne dobbiamo lottare più di un uomo per essere considerate. L’insegnamento e la testardaggine della santa di Assisi può esserci utile. Possiamo cambiare qualcosa solo se combattiamo senza aggressività, ma con determinazione. Rimanendo noi stesse, senza usare strumenti violenti. Con l’onestà della nostra differenza. Senza scegliere strade facili come quella di usare per esempio il proprio corpo. Solo così nessuno penserà di avere il diritto di usarci a sua volta.
Nelle pagine dell’ultimo libro di Dacia Maraini ho trovato anche questo.
Source URL: http://test.iitaly.org/magazine/focus-in-italiano/arte-e-cultura/article/chiara-di-dacia-maraini-da-donna-donna
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[1] http://test.iitaly.org/files/chiaramaraini1394910465jpg