Midtown, Ristorante Luna Piena [2], l'Ente Nazionale per il Turismo porta a New York gli esperti della Dieta Mediterranea. Ed è il Direttore dell' ENIT [3] Nord'America, Riccardo Strano, a parlarci della Dieta Mediterranea in chiave turistico-gastronomica. “Non è solo un regime alimentare sano ma può essere alla base di un viaggiare nuovo, intelligente, alla ricerca di quei prodotti tipici spesso difficilmente esportabili”.
Un appuntamento importante questo organizzato a New York, sopratutto dopo che il 16 Novembre la Dieta Mediterranea è entrata a far parte dei Patrimoni Immateriali dell'Umanità dell'UNESCO [4]. “Si tratta di un progetto coordinato di intervento sugli Stati Uniti, finanziato dal Ministero dell'Agricoltura [5] e da Federsanità Anci [6]”, ci dice Guglielmo Trovato dell'Istituto di Medicina Interna e Terapia Medica dell'Università di Catania [7], “serve a valorizzare la ricerca che già esiste e ad informare sugli studi in corso sia italiani che americani”.
E gli Stati Uniti hanno parecchio a che fare con il modello nutrizionale ispirato alle tradizioni alimentari dei paesi Europei del bacino del mediterraneo. All'origine del nome dieta mediterranea ci sono, infatti, ricercatori stelle e strisce. Già nel 1948 uno studio della Rockefeller Foundation [8] stabilì che le abitudini alimentari di alcuni paese dell'Europa Mediterranea erano efficaci per prevenire le malattie cardiovascolari. Gli studi individuavano una correlazione positiva tra dieta mediterranea e minore incidenza di alcune patologie croniche. “Una dieta equilibrata uno stile di vita salutare vuol dire meno diabete, meno obesità e meno malattie neurodegenerative, insomma una qualità della vita sostanzialmente migliore” continua Enzo Chilelli, Direttore Generale di Federsanità Anci.
E sicuramente un ruolo chiave nel portare alla ribalta la dieta mediterranea l'hanno giocata gli immigrati italo-americani negli Stati Uniti che hanno tentato di portare le loro abitudini alimentari nel nuovo mondo. Vito Teti ne Il colore del cibo: geografia, mito e realtà dell'alimentazione mediterranea [9] scrive che “negli anni Cinquanta da un precedente rifiuto e disprezzo per l'alimentazione degli emigrati considerata carente ed insufficiente si passa ad un apprezzamento della cucina italiana”. Un mutamento di considerazione che è profondamente collegato, spiega Teti, ad un più generale miglioramento dell'immagine degli Italo-Americani in America.
Ma cosa significa dieta Mediterranea esattamente? Significa prodotti prevalentemente di origine vegetale, poca carne rossa, un po' di carne bianca, un po' più di pesce, pochi latticini, e poco buon vino “Qualità degli alimenti certificata da una normativa affidabile, qualità di conservazione, produzione e commercializzazione” spiega Guglielmo Trovato. La normativa Europea in particolare quella Italiana sull' agroalimetare è quanto di più elevato ci sia rispetto alla filiera del prodotto, ci dice Chilelli.
Dieta Mediterranea quindi come paradigma alimentare, culturale e turistico. A conferma di ciò la serata è proseguita con un excursus enogastronomico attraverso i prodotti ed i piatti tipici della penisola. Dagli scialatielli con le fave, alle orecchiette con cime di rapa, passando per i petti di pollo palermitani, la sogliola eoliana, tutto annaffiato da Prosecco di Zagara di Mandarino Aglianico del Vulture, e Chardonnay di Puglia.
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Links
[1] http://test.iitaly.org/files/16315dscn18801292439521jpg
[2] http://www.lunapienanyc.com/lunapiena/
[3] http://www.italiantourism.com/
[4] http://www.unesco.org
[5] http://www.politicheagricole.it/
[6] http://www.portal.federsanita.it
[7] http://www.unict.it/medint/istituto.htm
[8] http://www.rockefellerfoundation.org/
[9] http://books.google.com/books?id=Z-hfddHBXQQC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false