New York ti permette spesso di scoprire piccole gemme provenienti dai vari angoli del mondo, Italia inclusa. Prova ne è stata il concerto a cui abbiamo assistito mercoledì scorso. L'annuncio parlava di un pluripremiato cantautore siciliano, Carlo Muratori, e dei suoi accompagnatori, Marco Carnemolla al basso e Francesco Bazzano alla batteria. Le musiche venivano presentate come legate alla tradizione popolare, seppur riviste e riadattate da Muratori stesso. Arriviamo al Joe's Pub, dunque, curiosi di vedere che folla ci sarebbe stata e mentre notiamo che ci sono pochi italiani e molti locali, chiediamo all'ufficio stampa come mai Muratori ha il suo debutto nel prestigioso locale newyorkese. "È semplice - ci dice con grande franchezza -, Carlo ha suonato in Sicilia al matrimonio di un manager della Columbia Records. Ha avuto un tale successo che hanno deciso di presentarlo al pubblico newyorkese."
Ci spiega meglio Muratori durante una chiaccherata dopo il concerto. "La madre dello sposo ha trovato il mio nominativo via internet e mi ha contattato per suonare al matrimonio del figlio, a Taormina. Gli sono piaciuto così tanto che mi hanno detto che se mai fossi andato in Canada a suonare, cosa che capita spesso, mi avrebbero organizzato un concerto a New York. E così è stato! È stata una grande botta di fortuna!"
In realtà, evidentemente la fortuna aiuta i bravi e non solo gli audaci, perchè in questo caso a goderne non è stato solo lui come artista, ma anche noi come pubblico. Il concerto, che ricordiamo è stato di sola chitarra, basso e batteria, è iniziato con una canzone che ricordava brani di chitarra spagnola. Alla fine della canzone, Muratori fra il primo di tanti discorsi, che sanno di teatro, di affabulazione, che coinvolgono il pubblico, lo fanno ridere, lo affascinano. "È un sogno essere a New York - dice - Io suono musica tradizionale e nuova, perchè in Sicilia la storia è dentro di noi, non c'è un vecchio ed un nuovo, il tempo è circolare, il nostro passato, presente e futuro vive dentro di noi."
Il concerto continua, arriva "Guerra", una canzone dedicata a Falcone e Borsellino. I versi dicono "Guerra, c'è guerra/ammazzunu a li frati comu ‘n guerra/e scoppianu li strati di sta terra /semu tutti surdati di sta guerra" e ci dice Muratori: "Una sera, tornando da un concerto, venimmo fermati dall'esercito con i fucili spianati. Ci perquisirono gli strumenti, la macchina, tutto e io mi sentii in guerra. Erano morti Falcone, Borsellino e con loro le possibilità, le speranze che la Sicilia venisse liberata dal crimine organizzato. Quella sera tornai a casa con questa parola guerra che non mi lasciava andare. Ed è nata questa canzone. Purtroppo la situazione oggi non è diversa, anzi secondo me è anche peggio, c'è un silenzio strano in Sicilia oggi, troppo rumoroso."
Le melodie scorrono, melodie dolci, serenate, la Sicilia che piange e quella che si innamora, intersecando addirittura nel canto il siciliano con il francese. I ritmi vanno da quelli lenti a quelli freneticamente ritmati, potremmo dire da tarantella, anzi da taranta, evitando però gli stereotipi di entrambe. Tutte le canzoni sono scritte da lui, tranne alcune della tradizione, che Muratori concede in piccolissime dosi agli spettatori "solo perchè me le chiedete. Sappiate che la Sicilia va avanti e non indietro."
In realtà, ci racconta Muratori, lui ha fatto con la sua musica un percorso etnologico. "Vengo da trent'anni di ricerca sul campo. Sentivo che mi mancava un piede, la mia radice, e ho iniziato a ricercare e collezionare tutti i canti popolari dal 1700 a oggi. Volente o meno, molto di quello che ho sentito ritorna nelle mie composizioni." Infatti, le sue canzoni si fondono sui ritmi del sud del mondo, su quelli tribali, quelli arabi, quelli spagnoli, quelli appunto tipici del meridione in generale. Forse però, la cosa più emozionante è stato vedere come la lingua siciliana venisse fuori, portata come una rosa pregiata su un vassoio altrettanto pregiato. Non c'è dubbio che i dialetti del nostro paese sono tutti molto particolari e che alcuni sono estremamente belli, purtroppo però spesso il dialetto è associato a qualcosa di spiacevole, di negativo. Invece, in questo caso, la lingua siciliana si è svelata davvero in tutta la sua bellezza e universalità di melodia. Abbiamo chiesto a Muratori se secondo lui c'è spazio nel mercato discografico per la musica che si affida al dialetto. "Vedo che si afferma sempre di più da una parte la globalizzazione e dall'altra la tribalizzazione e non solo in Sicilia. Bisogna stare attenti però che questo ritorno al tribale non diventi anch'esso una moda, triturando quello che contiene di valido. In Sicilia noi abbiamo una ricchezza immensa di testi, di lirica..."
Il concerto si conclude con alcuni bis tradizionalissimi, come "Volare" in onore di Domenico Modugno, e "Vitti ‘na crozza". Salutiamo chiedendo a Muratori se è previsto un ritorno. "Non lo so, spero, se qualcuno mi invita!" Probabilmente, ci dicono dalla CAMI, Muratori tornerà presto a New York. Nel frattempo, quando leggete questo articolo, Carlo Muratori ha fatto ritorno nella sua casa vicino a Siracusa e nel suo aranceto, che funge da attività primaria per questo bravo cantautore. Per chi fosse interessato, il suo ultimo cd, "La padrona del Giardino" è acquistabile in Nord America, chi invece avesse voglia di fare una maggiore conoscenza di Carlo Muratori, basta andare al sito www.carlomuratori.it. [2]
(Pubblicato il 23 marzo su Oggi7)
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[2] http://www.carlomuratori.it.