Settanta e non li dimostra! Almeno per quanto riguarda la voce, dal momento che il suo aspetto fisico è ammantato di mistero ed appare in sporadiche foto rubate da paparazzi o in copertine di album spesso modificate da effetti “speciali”. Un gioco che sembra divertire molto Mina, all’anagrafe Mina Anna Mazzini, nata a Busto Arsizio il 25 marzo di 70 anni fa, icona della musica italiana. Tuttavia, leggendo la sua biografia, Mina appare più di una semplice cantante, diventa una donna italiana alle prese con amori, figli, una società apparentemente in evoluzione ma in realtà sempre ferma a convenzioni e clichè duri da sradicare.
Una carriera di tutto rispetto la sua, con 150 milioni di dischi venduti e mille brani circa incisi, tra cui alcuni tra quelli più amati nella storia della canzone italiana, con la soddisfazione di essere definita da Louis Armstrong “la più grande cantante bianca vivente”. Dagli esordi col nome d’arte Baby Gate nel 1958 fino ad oggi, cantando in inglese, francese, portoghese, spagnolo, tedesco, turco, giapponese, ma anche in dialetto milanese, napoletano, genovese, romanesco.
Il segreto del suo successo? Indubbiamente la versatilità ed il suo essere semplicemente unica. A cominciare da quando, cinquant’anni fa, giocando con le dita sulle labbra in una maniera provocatoria per l’epoca, lasciò il segno con “Le Mille bolle blu”. Un piccolo “scandalo” musicalmente parlando, a cui però si aggiunse ben presto lo scandalo della sua vita privata, con un amore “proibito” per un uomo sposato ad un’altra donna, l’attore Corrado Pani. Una relazione da cui nacque un bambino voluto, nonostante fosse definito dai media italiani dell’epoca “figlio del peccato”. Si tratta di quel Massimiliano che oggi è il principale collaboratore della cantante. Una scelta coraggiosa per quei tempi che però innescò una campagna di opinione contro Mina, campagna intrisa di ipocrisia e falsi moralismi.
La cantante fu allontanata dalla Rai per tutto il 1963, scelta in sintonia con la linea editoriale della tivù di Stato, guidata allora da Ettore Bernabei, simbolo di una Rai pedagogica, roccaforte della Democrazia Cristiana, in cui la censura la faceva da padrona, con un’attenzione a volte eccessiva per tutto ciò che pur lontanamente avrebbe potuto turbare le menti nell’Italia degli italiani negli anni ’60, in pieno boom economico.
Per fortuna, però, questo ostracismo è stato attuato solo da una parte esigua del Paese, dove, invece, la maggioranza dell’opinione pubblica, vedendo le foto della puerpera in ospedale con in braccio il piccolo Massimiliano, detto “Paciughino”, si sciolse. D’altronde, si sa, in Italia la parola “mamma” è un grimaldello che spalanca le porte dei cuori del pubblico, il quale se ne infischia delle censure, soprattutto se attuate nei confronti di un talento indiscusso come Mina.
L’affetto degli italiani ha riportato la cantante in Rai e da lì la sua carriera ha preso il volo. “Studio Uno”, “Canzonissima”, “Teatro 10”, “Milleluci” sono le sue trasmissioni divenute un vero e proprio cult, oltre che simbolo di televisione di qualità. In questi programmi di varietà sono state scritte pagine di storia del piccolo schermo che ancora oggi fanno parte della memoria collettiva degli italiani. Intramontabili i duetti di Mina con Totò, con Lucio Battisti, con Alberto Sordi, con Paolo Panelli. Poi l’ultima apparizione televisiva nel 1975 e l’ultimo concerto nel 1978, quindi il ritiro, solo fisico, dallo showbiz. Una vita fuori dall’Italia, in Svizzera, fatta solo di musica e successi, mentre diventava sempre più difficile fotografarla.
Le uniche immagini, oltre a quelle dei paparazzi, erano quelle fatte per il lancio di ogni nuovo album, con Mina in sala d’incisione, davanti ad un microfono, con i suoi ormai inseparabili occhialoni scuri, ad incantare come sempre il suo pubblico. Questo ritiro dalle scene all’apice della carriera, appena trentottenne, è stato interpretato dai media e dagli ammiratori in vari modi, persino come un modo per far parlare di sé, per cercare di farsi pubblicità, ma Mina non si è mai preoccupata troppo di dare spiegazioni, vivendo, come sempre, la vita a modo suo, senza curarsi delle opinioni altrui. Spiritoso è stato il commento dato da Roberto Benigni a tale scelta: “Ormai solo Mina e Bin Laden mandano video preconfezionati quando vogliono dire qualcosa”.
Fortunatamente, però, il ritiro non ha condizionato la qualità della musica di Mina, la quale ha sempre proposto album di alto livello, con duetti con altri grandi cantanti italiani: basti pensare a “Questione di feeling” con Riccardo Cocciante e “Acqua e sale” con Adriano Celentano, tanto per citare i più famosi. E lo stesso Celentano proprio pochi giorni fa ha fatto gli auguri alla sua amica in un’intervista che, a dire il vero, sembrava una dichiarazione d’amore in piena regola in cui definiva Mina “una bomba che non si può disinnescare ed esplode quando meno te lo aspetti”.
Tra gli ammiratori famosi della cantante come non ricordare Federico Fellini [2]che l'avrebbe voluta in un film che però lei non ha mai voluto girare. Ed ancora Frank Sinatra [3]che aveva cercato di convincerla ad esibirsi negli Stati Uniti. Persino il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in questi giorni di celebrazioni per il compleanno di Mina, ha confessato in un’intervista: “In anni non più vicini sono stato anch'io un ammiratore di Mina, veramente una grande cantante”. Liza Minnelli [4], considera la collega italiana “la più grande” ed ha dichiarato: “Se facesse un concerto, andrei nel backstage a chiederle un autografo”.
Insomma, un compleanno annunciato da giorni ormai dai media, celebrato su tutti i canali ed in tutte le salse. E lei, la festeggiata, come ha reagito? Naturalmente, ancora una volta, coerentemente, a modo suo, senza mandarle a dire, dal quotidiano La Stampa [5], dove tiene una rubrica settimanale. “Avete mai provato ad essere reduci dalla vostra autopsia?” ha esordito così la cantante, reduce da giorni e giorni di festeggiamenti non richiesti, evidentemente. Soprattutto, Mina se l’è presa con chi si è improvvisato “anatomopatologo” dilettandosi a “frugare tranquillamente le risposte nell'archeologia della mia psiche, della mia memoria, della mia carnaccia sbranabile, del perché e del percome della vita mia.
Devoti estimatori, irriducibili avversi, timorosi contestatori, hanno danzato sui loro referti, - ha continuato Mina-, sicuri di avermi posseduto, oltre che descritto per intero”. E la cantante si è lanciata contro la “civiltà di farsi gli affari degli altri” e di condannare le scelte altrui, oltre a confessare di non riconoscersi in molti dei pareri espressi e soprattutto nelle interpretazioni fatte della sua vita da gente mai vista. “In questi giorni –ha concluso Mina- ho assistito alla rappresentazione della mia vita che, mandata avanti e indietro in un videotape impazzito, mi ha fatto girare la testa e non solo. Adesso ho settant'anni, ma ieri ne avevo sessantanove. Cos'è?”
La “Tigre di Cremona” ha gli artigli sempre affilati nonostante gli anni che passano, ed ancora una volta ha dato una lezione di classe e di stile ad una società imbarbarita dietro alle smanie di apparire a tutti i costi, dibattiti sterili e celebrazioni logorroiche, mostrando di essere di un altro pianeta. Cos’altro aggiungere, oltre ai nostri modesti auguri se non un commento alle sue parole: sei grande, grande, grande!
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Links
[1] http://test.iitaly.org/files/mina-mazzini-grande-grande-grande
[2] http://www.federicofellini.com
[3] http://www.sinatra.com
[4] http://www.officiallizaminnelli.com
[5] http://www.lastampa.it