Familiari, colleghi, amici. Tutti insieme per rievocare, per raccogliere aneddoti, pensieri, momenti di vita privata e pubblica di un intellettuale scomparso un anno fa. Organizzato dall’ Italian Heritage and Cultural Committee of New York, dalla St. John’s University, dal John D. Calandra Italian American Institute (Cuny) e dal Coccia Institute (Montclair State University) si è svolto, in uno dei pomeriggi più piovosi di questa primavera, un incontro per ricordare, presso il campus a Manhattan della St. John's University, il professor Rocco Caporale, professore emerito e Chair del Department of Sociology & Anthopology presso la St. John's University.
Docente per trent’anni, Rocco Caporale era nato a Santa Caterina dello Ionio nel 1927. Una vita dedicata alla ricerca e alla sociologia. Una esistenza intensa che gli amici hanno ricordato con affetto, cercando nelle parole la sua presenza.
Joseph Sciame dell'Ihcc, Mary Anne Re, Dawn Esposito, Anthony Tamburri, Jerome Krase, Sal LaGumina, Ottorino Cappelli, Fred Gardaphè, la moglie di Rocco, l'attrice italo-finlandese Taina Elg Caporale con la quale era sposato da 25 anni, la figlia Caterina, Gaetano Cipolla, Mario Fratti, Angelo Gimondo e Mario Mignone. Tutte personalità ben note nella comunità. Amici per mettere insieme dei tasselli, momenti dell’esistenza e di studio di un uomo a cui la comunità italiana di New York deve molto.
La carriera accademica non è stata l’unico interesse di Rocco Caporale. Subito dopo, e forse prima di tutto, aveva una passione: promuovere e aiutare quello che chiamava il “suo mezzoggiorno”. Per questo aveva creato organizzazioni che, a cavallo tra l’Italia e diversi Paesi nel mondo, consentivano la promozione della ricerca e scambi culturali.
L’ Institute for Italian-American Studies e Pontes International [2]per esempio che, sotto la sua guida, hanno lavorato intensamente per realizzare scambi culturali tra aree del sud Italia ed il resto del mondo. E ancora l'associazione internazionale Magna Grecia e l’International Committee for the Mezzogiorno.
Tra le attività che Rocco ha promosso va ricordata anche quella presso l’ Italian Heritage and Cultural Committee, fondamentale struttura per la realizzazione delle attività del mese della cultura italiana che si svolge in Ottobre a NYC. Negli ultimi anni, ancora una volta prima di molti altri, Caporale, sociologo esperto di flussi migratori, aveva capito quanto fosse importante l’analisi dei flussi del voto degli italiani all'estero mettendone a fuoco alcuni problemi.
Nei ricordi di tutti la sua intensa e spesso lungimirante attività di studioso. Da Salvatore LaGumina, Jerry Krase, Anthony J. Tamburri, Fred Gardaphe è stato prima di tutto raccontato il suo rigore di sociologo, di intellettuale lungimirante che lo portava a parlare per esempio in tempi non facili dell’esigenza di un Italian American Enciclopedia.
Krase, con grande enfasi, ha definito Rocco parte della sua vita e della sua vita nel College. Il college con Rocco. In tutti gli interventi degli accademici presenti era evidente questo elemento accompagnato a ricordi spesso molto personali. Si sentiva la sua
mancanza quando non veniva… Sempre Krase, ancora, ha ricordato che Rocco fu l’unico a non chiedergli perchè si occupava tanto degli italoamericani.
Nelle parole di Mary Ann invece il ricordo di quando era una sua allieva. Di quando. dopo aver ascoltato una sua lezione, scelse di dedicarsi alla sociologia. Il ricordo di una studentessa inamorata del proprio professore ed il divertente aneddoto che vede suo padre, l’illustre giudice Re, fare una telefonata a Rocco Caporale senza ancora conoscerlo e dire: “Lei mi ha portato via Mary Ann dalla facoltà di legge”.
Intenso, anche se molto diverso nel contenuto, l’intervento di Ottorino Cappelli. Un racconto basato su documenti ufficiali che rievocano una sola giornata di Rocco. Una giornata molto particolare, quella in cui il sociologo fu chiamato a tenere una audizione presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla ricostruzione post-terremoto in Irpinia. Rocco aveva infatti svolto lunghissime ricerche sul tema svelando un sistema di corruzione e tangenti poi noto come “Irpinia-gate”. Quell’audizione parlamentare segnò profondamente la sua vita. Dai documenti emerge un vero terzo grado, ed un evidente contrasto tra chi aveva svolto un’indagine prettamente sociologica e chi aveva l’ansia (e forse il timore) di conoscere solo nomi e cognomi dei “colpevoli”.
Nel suo successivo intervento la figlia Caterina, che nel
1980 era piccola, dirà: “Sì, ricordo con limpidezza. Una notte mi chiamò e quella telefanota era diversa dalle altre. Lui non avrebbe mai ammesso di essere impaurito, ma io sentivo che lo era. E’ stata una chiamata toccante.”
Tra i presenti anche il Console Generale Francesco Maria Talò: “L’ho visto poche volte – ha detto – ma ho avuto modo di apprezzare il suo carattere, il suo calibro di uomo di studio che rappresenta la profonda capacità intellettuale del nostro sud”. E ancora con poche parole ha descritto un’altra caratteristica dell’uomo-intellettuale Caporale: “ Era uno studioso che credeva solo nei dati. Le sue ricerche non erano basate su opinioni.
Mi ricordo bene una volta che abbiamo parlato di elezioni italiane. 'Fact and figures'— per lui i dati erano alla base di tutto. Ho avuto occasione proprio in questi giorni di avere il suo rapporto sul terremoto in Irpinia. L’ho letto tutto e ho capito che andava rispedito in Italia perchè può ancora essere utile, specie nella tragica occorrenza del recente terremoto in Abruzzo.”
E Gaetano Cipolla lo racconta così: “Era un grande organizzatore. Entusiasta. Mi ricordo un tour con lui in Magna Grecia. In particolare un aneddoto. Quando lui mi fece tradurre in inglese le parole di un comico che proprio non erano molto pulite. Fu difficile per me, ma divertente. Ho dovuto barcamenarmi tra dirty parole in siciliano, itaiano, calabrese…”.
E sempre in questo viaggio c’era con lui un altro amico, Mario Fratti. Nei ricordi dell’uomo di teatro soprattutto quanto Rocco fosse preparato, di come per lui anche le pietre avessero una storia da raccontare.
Seduta tra il pubblico ascoltava con emozione attenta la moglie di Rocco, Tania, pronta a raccogliere ogni sfumatura delle parole che ascoltava. Con una voce flebile, ma ferma ed impostata, quando è salita sul palco ha ringraziato tutti presentandosi cosi: ”Io sono stata la moglie fortunata di Rocco….”. Nelle sue parole la testimonianza di come il marito l’abbia aiutata a ricominciare la carriera in teatro e di come sia stata importante per lui la famiglia. Simili le parole della figlia Caterina, che ha ricordato alcuni momenti del padre e l’ottimismo che riusciva ad infonderle.
Nei loro volti, in quegli degli amici, nelle parole di tutti e nelle battute echeggiava la presenza di Rocco Caporale. Quel suo fare divertito, distaccato e spesso rassicurante. Per chi l’ha conosciuto, come me, un grande amico, un punto di riferimento. Una finestra di conoscenza sensibile della comunità italiana ed italo-americano. Era sempre disponibile e pronto a trovare il lati positivi di tutto, e quando proprio non era possible, lo si vedeva usare autoironia. Quell’umorismo del Sud di cui era maestro. Che manca tanto.
Ed è difficile chiudere, per un’amica come me, questa cronaca ed ardua sintesi di chi lo porta nei ricordi.
English Version [3]
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